Stellantis Piedimonte: solo stop produttivi. I sindacati chiedono incontro urgente a Filosa, l’Ad che flirta con Trump

La preoccupazione investe la politica ed il sindacato a livello nazionale. Il nuovo Ceo invece afferma che la sua priorità è il Nord America

Dismissione dello stabilimento di motori Vm di Cento, stop produttivi a Cassino ed a Melfi nonostante si siano appena rimesse in moto le linee di montaggio dopo le ferie d’agosto (prolungate dal 18 al 29 agosto per scarsa domanda delle auto prodotte e poi altri stop venerdì scorso e lunedì 8 settembre) e flirt del nuovo ceo partenopeo Antonio Filosa con il presidente Usa Donald Trump: questo il quadro ben poco incoraggiante che arriva dal pianeta Stellantis alla “ripresa” (si fa per dire) autunnale. Poi ci sono i posti di lavoro svaniti nella stagione della gestione dei francesi: dal 2021 ad oggi il sito di Piedimonte ha perso oltre duemila dipendenti. Per fare un paragone, quello di Pomigliano d’Arco ne ha persi mille. Insomma la strategia della dismissione in Italia è generalizzata ma Cassino fa da mosca cocchiera dello smantellamento doloso che ha già ridotto di oltre 12mila unità il numero dei dipendenti diretti del gruppo Fca nel nostro Paese. A inizio 2024 i dipendenti Stellantis in Italia erano circa 42.500 rispetto ai 52.700 di inizio 2021. Ma 18-20 mesi dopo il crollo si è ampliato drammaticamente.

Chiesta la convocazione del Ceo in Commissione alla Camera

La capogruppo di Avs nella commissione Attività produttive della Camera Francesca Ghirra, ha scritto al presidente della Commissione Alberto Gusmeroli (Lega), per chiedere di convocare in audizione Antonio Filosa, nominato lo scorso 28 maggio amministratore delegato di Stellantis, “‘al fine di conoscere il nuovo piano strategico della azienda”. Ghirra fa rilevare, si legge in una nota: “Siamo di fronte ad una drastica riduzione dei volumi di produzione e ad una crisi ormai strutturale dell’automotive: come intende il nuovo Ad rilanciare la produzione, l’occupazione, la ricerca e lo sviluppo negli impianti italiani del Gruppo? Questa domanda inquieta milioni di persone e riguarda il futuro del nostro sistema produttivo, perciò siamo certi che avremo la disponibilità al confronto parlamentare”‘. Del resto e nonostante il conclamato e persistente disastro italiano, Filosa pare figlio di altre terre avendo annunciato che la priorità per i prossimi anni è la crescita del business, prima di tutto in Nord America.

Fiom, Fim e Uilm: subito chiarezza sul futuro degli stabilimenti

I confederali Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil Insieme hanno inviato una richiesta di incontro urgente all’Amministratore delegato di Stellantis, “alla luce della grave situazione occupazionale e produttiva dei siti italiani. Vogliamo chiarezza sull’occupazione, sulla produzione, sul futuro di tutti gli stabilimenti, sui progetti presenti e futuri e sugli investimenti in Italia”. Il segretario generale Uilm Palombella e il segretario nazionale Ficco sostengono “Siamo convinti che sia necessario puntare su una gamma completa di vetture ibride in tutte le fabbriche, giacché il vecchio piano industriale che puntava solo sull’elettrico si è dimostrato fallimentare. Di conseguenza occorre recuperare motorizzazioni endotermiche adeguate, attingendo a quel patrimonio di meccanica italiana che è sempre stato una eccellenza e che nel recente passato è stato ingiustamente trascurato”.

Ugl Metalmeccanici: parta il confronto su nuovi modelli e motorizzazioni

Anche l’Ugl Metalmeccanici ha inviato una richiesta d’incontro urgente, insieme alle altre organizzazioni sindacali, all’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, “per affrontare le problematiche legate alla presenza del Gruppo nel nostro Paese, alle strategie industriali, ai nuovi modelli e alle nuove motorizzazioni: è arrivato il momento di confrontarci direttamente con il nuovo AD per ottenere garanzie concrete sul futuro degli stabilimenti italiani e comprendere le reali prospettive industriali”, ha dichiarato il segretario nazionale UGL Metalmeccanici, Antonio Spera, sottolineando la necessità di un confronto chiaro e tempestivo, in quanto “il settore automotive vive una fase di trasformazione complessa, che rischia di avere ricadute pesanti non solo sui lavoratori diretti di Stellantis, ma anche sull’intera filiera dell’indotto, oggi duramente colpita e penalizzata dalle scelte politiche europee”.

Spera: occorre intervenire con urgenza per salvaguardare l’occupazione

Per Spera è “altrettanto necessaria la riapertura immediata e contestuale del tavolo Automotive presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, così da avviare un percorso condiviso che metta al centro la salvaguardia occupazionale e il rilancio del comparto. Occorre intervenire con urgenza anche sugli strumenti di sostegno ai lavoratori, a partire da una revisione della cassa integrazione per transizione, che oggi riguarda migliaia di addetti del settore. Solo con il coinvolgimento e la collaborazione tra istituzioni, organizzazioni sindacali e azienda sarà possibile delineare strategie industriali solide e dare un futuro certo all’Automotive italiano”, conclude il segretario Ugl metalmeccanici.

Incredibile gara su quante auto cinesi si vendono di più in Germania ed Europa

Surreale ed emblematica la polemica fra Stellantis e Byd dopo le parole di Filosa sul superamento nelle vendite della Leapmotor rispetto all’altra casa cinese. Come se vendere più vetture “made in Pechino” in Germania ed in Europa fosse sì la vera ed ultima partita da giocare per l’ad del gruppo a conduzione francese con complicità degli Elkann. Il governo ed il ministro Urso intanto non sono pervenuti e pensano a trovare i soldi (possibilmente europei) agli incentivi per l’elettrico. Questa è la classe dirigente del Paese e questi sono i risultati.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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