Stellantis, l’ad Filosa fa sapere che incontrerà i sindacati e a Cassino De Palma e la Cgil scandagliano gli effetti della crisi nel Sud Lazio

Quasi cinque anni di smantellamento di posti di lavoro e produzioni senza alcuna reazione del Paese attaccato: così il disastro automotive

La nomina di un italiano ad amministratore delegato di Stellantis – Antonio Filosa – è sembrata fino ad oggi la classica foglia di fico perché i francesi che di fatto comandano senza intoppi la multinazionale parigina, da quasi cinque anni perseguono una politica di smantellamento di posti di lavoro e produzioni in Italia, affossamento dei marchi che hanno fatto la storia dell’automobile tricolore, dopo aver portato via quel che hanno trovato di rilevante nei siti produttivi grazie alle novità tecnologiche introdotte da Sergio Marchionne: esempio clamoroso è stato il trasferimento all’estero dell’intero nuovo reparto di verniciatura da Piedimonte San Germano. Aveva comportato l’investimento di Fca a Piedimonte per oltre 135milioni di euro. Fatto sta che l’ad partenopeo non ha mosso un dito fino ad oggi per salvare il Bel Paese da questa operazione di arretramento doloso a spese dei lavoratori e dei tecnici.

Il caso dell’ad partenopeo che non muove un dito a favore del suo Paese

Non ha preso le distanze di fronte all’attentato alle competenze di ingegneri come i motoristi, eredi di una tradizione tra le più prestigiose al mondo e rimasti a spasso: mentre lavorano quelli transalpini sempre…con diesel e benzina (e sappiamo con quali risultati disastrosi visti i richiami di centinaia di migliaia di vetture e le note problematiche alle catene di distribuzione). Non risulta che lui, Filosa, abbia intenzione di cambiare strategia. Ma ora è arrivata la notizia che, in attesa di elaborare il nuovo piano industriale che verrà presentato ad inizio 2026 – secondo lui non c’è fretta, evidentemente – è pronto ad incontrare i sindacati a Torino il 20 ottobre. Lo ha confermato il responsabile delle risorse umane della multinazionale, Giuseppe Manca.

La Uilm chiede modelli ibridi a partire dallo stabilimento di Cassino

“Stellantis ha accettato la nostra richiesta di incontro con l’amministratore delegato Filosa: sarà una occasione importante per esporre il punto di vista e le legittime richieste dei lavoratori italiani che rappresentiamo”, hanno annunciato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e il segretario nazionale Gianluca Ficco, responsabile del settore automotive. “Come Uilm – hanno aggiunto – chiederemo di completare l’assegnazione di modelli ibridi a tutti gli stabilimenti italiani, a cominciare da Cassino, che prevede ancora secondo il vecchio piano industriale esclusivamente l’allocazione di vetture full electric del tutto incapaci di saturare lo stabilimento. Inoltre chiediamo motori adeguati per tutte le vetture che sono in procinto di essere lanciate, in particolare a Melfi e a Mirafiori”. A Stellantis la Fiom-Cgil intanto chiede di “fermarsi con i dividendi per investire nell’azienda”. L’ha detto il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, in occasione della presentazione di una analisi del centro studi del sindacato su Stellantis in Italia.

De Palma (Fiom): basta dividendi, l’azienda si decida ad investire

Sono stati distribuiti ai soci “14 miliardi di dividendi dal 2021 al 2024, mentre le lavoratrici e i lavoratori sono per il 60% coinvolti da ammortizzatori sociali. Per rilanciare una azienda è necessario fare investimenti. (…) Noi abbiamo l’obiettivo di rilanciare l’azienda e il lavoro e questo si fa tramite gli investimenti, considerando che il Piano Italia non funziona, un esempio è Termoli, che doveva trasformarsi in un impianto per fare batterie e a oggi non c’è un piano per quei lavoratori”‘. Bisogna rilanciare la produzione ‘di auto di massa’ che in passato ha fatto grande la Fiat. La Fiom-Cgil chiede un confronto a Filosa e al Governo e se non arriveranno risposte entro un mese, “‘valuteremo forme di mobilitazione”. De Palma sarà alla Sala Restagno del Comune di Cassino il 3 ottobre e concluderà i lavori del convegno sulle politiche industriali e le strategie possibili per il territorio.

Convegno nella Sala Restagno con la vice presidente della Regione Angelilli

Presiederà i lavori il segretario generale Cgil Frosinone-Latina Giuseppe Massafra mentre introdurrà il dibattito il segretario generale Fiom Frosinone-Latina Andrea Di Traglia. Alla tavola rotonda fra gli altri prenderanno parte la vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli ed il segretario della Cgil di Roma e del Lazio Natale Di Cola. “Affronteremo complessivamente il tema della crisi di sistema che stiamo vivendo a partire dall’automotive per investire anche altri comparti – ha puntualizzato Di Traglia – e approfondiremo tutti gli aspetti relativi alle ripercussioni di questa situazione sul tessuto economico e sociale del territorio del Lazio meridionale”. Quanto ai dati del centro studi Fiom-Cgil, in Italia, dal 2020 al 2024 i dipendenti di Stellantis sono scesi di 9.656 unità, con una produzione che nello stesso periodo ha perso in volumi 515.944 automobili. Aggiungendo anche i veicoli commerciali, la perdita complessiva di volumi è stata pari a 520.798 unità.

La fotografia dell’attentato all’auto italiana nei dati del centro studi Fiom

I dipendenti di Stellantis sono passati da 37.288 nel 2020 a 27.632 nel 2024, con la maggior parte delle uscite gestite su base volontaria che, secondo la Fiom, hanno comportato costi di ristrutturazioni pari a 777.276.000 euro. Riguardo all’utilizzo degli ammortizzatori sociali in Stellantis, al primo settembre 2025 su 32.803 dipendenti, 20.233 sono interessati da cassa integrazione e contratti di solidarietà, il 61,68%. Per quanto riguarda i lavoratori della componentistica: delle aziende committenti prese in esame, circa 8.523 lavoratori coinvolti su 13.865 sono in ammortizzatori sociali. in Italia nel 2024 Stellantis ha prodotto 289.154 auto e 190.784 veicoli commerciali. Nel 2004, il gruppo produceva in Italia 1 milione di veicoli, con circa 805mila automobili. Negli stabilimenti che producono motori il crollo è di 534.700 unità, sempre dal 2004 al 2024. Delle nuove produzioni lanciate da Stellantis, molte mass market, nessuna si produce in Italia. Il disastro anti-italiano è fotografato. La “grandeur” però fa un figurone avendo trasformato in meno di un lustro le nostre strade a somiglianza di quelle francesi, stando ai marchi appiccicati sulle calandre in circolazione. Oltretutto avendo impezzentito migliaia di famiglie del Paese concorrente. Applausi.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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