Comune di Frosinone, FutuRa: “La fuga della maggioranza dai punti su Gaza? Un rifiuto di confronto civile e democratico”

Anche i consiglieri Giovambattista Martino, Teresa Petricca e Francesco Pallone intervengono nel dibattito sulla mancata discussione

“L’analisi critica della “fuga” del Sindaco Mastrangeli porta, in sintesi, all’interpretazione postuma che a volte il rimedio è peggio del danno. Il fatto palese riguardante l’abbandono del Sindaco, della Giunta, del Presidente e dei Consiglieri di maggioranza verificatosi nel corso del consiglio comunale del 10 ottobre a Frosinone, trasmesso in diretta streaming, ha generato un’interpretazione giornalistica che, nei fatti, è una non realtà”. Lo sostiene il gruppo consiliare FutuRa composto da Giovambattista Martino, Teresa Petricca e Francesco Pallone. “Qualcuno – aggiunge la nota – ha scritto, che i rimasti in aula a garanzia del numero legale abbiano fatto da stampella alla sinistra. Affermazione surreale laddove semplicemente si consideri che una mozione su Gaza è stata presentata dal consigliere Anselmo Pizzutelli, capogruppo della lista Mastrangeli, firmata dalla consigliera Antonietta Mirabella eletta sempre in quella lista, nonché dal consigliere Giovanni Bortone, capogruppo della Lega con Riccardo Mastrangeli, Sindaco in quota Lega. Definire di sinistra questa mozione è quindi mistero degno di una ginnastica retorica da primato”.

“Dai consiglieri rimasti in aula coerenza istituzionale, civile ed etica”

“Ancora acrobazia politica – spiegano inoltre Martino, Petricca e Pallone – quando ci si riferisce all’altra mozione presentata dal consigliere Marzi, appellata, da qualcuno, addirittura inutile. Risibile l’apprendere a mezzo stampa che i consiglieri di opposizione rimasti in aula, sarebbero stati stampella del consigliere Marzi gli interventi del quale, ricordiamo, hanno fatto sì, come noto, che questa amministrazione, colpita da zoppia cronica, sia ancora deambulante. Addirittura la coerenza istituzionale, civile, umana ed etica di consiglieri in aula, interpretata, proditoriamente come atto di tradimento politico. Lettura priva di qualsivoglia spiraglio reale interpretativo. Un ribaltamento inappropriato, apparentemente misterioso che farebbe sorridere se non fosse davvero tragico”.

“Via anche dal precedente consiglio, per non rapportarsi al dramma”

“Etica e non di sinistra – sempre secondo FutuRa – è l’apertura del confronto costruttivo sull’orrore di Gaza, al quale l’anelata tregua in attesa del completamento del percorso di pace, ovviamente non disconosciuta dai consiglieri di minoranza rimasti dignitosamente in aula il 10 ottobre, aggiunge ancora più forza alla condanna dell’efferatezza e alla disumanità del conflitto, con necessità assoluta e prioritaria di portare in memoria immediata e futura l’impari eccidio di ben oltre 60.000 morti e la sofferenza assoluta che lo ha contraddistinto. Spettacolo di fuga continua dal confronto civile e democratico, da parte della maggioranza, già avvenuto nel precedente consiglio, a testimoniare una volontà di non rapportarsi ad un dramma epocale di fronte a cui, a tutte le latitudini, nessuno si è sottratto, tranne i nostri amministratori, sia prima che dopo la tregua”.

“La raccolta massiva di indumenti, borse e zaini appartenenti ai fuggitivi”

“Grottesca e patetica quindi la successiva giustificazione del Sindaco data alla stampa il giorno dopo – annotano Martino, Petricca e Pallone -. I fuggiaschi, in massa si sono rintanati altrove e in tarda serata sono coraggiosamente usciti dalla porta posteriore del Palazzo Comunale, senza la dignità di riconfluire in aula. La stessa aula in precedenza abbandonata in fila disordinata al richiamo di nota consigliera di maggioranza, seguita da raccolta massiva dagli spalti di indumenti, borse e zaini appartenenti ai fuggiti, ad opera di assessora pateticamente servizievole. Un Sindaco ascolta le posizioni di maggioranza e opposizione, rispetta i temi di interesse pubblico e, soprattutto, è esempio di responsabilità. Non è gesto neutro abbandonare l’aula, specialmente in diretta pubblica e su tema di rilievo umanitario, bensì declinazione diretta di disinteresse verso il confronto democratico, che mina profondamente la credibilità istituzionale del fuggiasco, espandendo la percezione, appunto, di una e propria defezione squisitamente politica dalla quale, magari, non potersi esimere o non poter negare ad altri. Grave gesto politico, fallimento istituzionale a simbolo di un modo di governare che preferisce la fuga al confronto, anche quando il tema riguarda la sofferenza. Questa è pavida incoerenza narrata come aplomb spendibile”, conclude il Gruppo FutuRa.

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