Un telefono sequestrato in carcere ha permesso di ricostruire le minacce rivolte al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Secondo l’inchiesta condotta dai colleghi de la Repubblica, il filmato intimidatorio sarebbe stato pubblicato da una cella del penitenziario di Frosinone.
Il filmato intimidatorio: “Questo è per te, sindaco”
Nel video, diffuso sui social, si vede un uomo imbracciare un’arma da guerra, puntandola verso l’obiettivo. Con tono minaccioso, si rivolge direttamente al primo cittadino: «Questo è per te, sindaco, e per la tua famiglia. Come ho buttato giù la nostra casa, io butterò la sua. Tempo al tempo. Lo Stato non mi fa paura».
Le immagini sono state girate in quello che sembra essere un ambiente chiuso e improvvisato, ma gli investigatori hanno poi scoperto che provenivano dall’interno di una cella del carcere di Frosinone. Il filmato è stato postato sui social poche ore dopo la demolizione delle villette abusive di Valle Martella.
L’autore: 29 anni, 18 fratelli e molti alias
L’autore del video è stato identificato come un ventinovenne detenuto nella casa circondariale di Frosinone. L’uomo è noto per avere 18 fratelli e per l’uso di numerosi alias, tra cui “Silvio Silvietto” e “Silvio Hilic”, con cui era attivo su TikTok e altri social. In strada e online, si presentava come “Silvio”, condividendo video, commenti e messaggi di sfida contro le istituzioni.
Il “fortino” della famiglia
Le minacce sarebbero un gesto di vendetta dopo la demolizione delle villette abusive di Valle Martella, considerate dagli inquirenti un “fortino” della famiglia a cui il giovane risulta legato. Le abitazioni erano state abbattute dal Campidoglio quattro giorni prima della pubblicazione del video, dopo oltre venticinque anni di contenziosi.
L’inchiesta allerta la procura
L’inchiesta giornalistica de la Repubblica ha portato alla luce il video e le minacce, spingendo la Procura di Tivoli ad aprire immediatamente un fascicolo. Nelle ore successive, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno effettuato perquisizioni in tre villette di Valle Martella legate allo sgombero, alla ricerca di armi e dispositivi utilizzati per la diffusione del video. Nessun arsenale è stato trovato.
Nel frattempo, la polizia penitenziaria ha perquisito la cella del penitenziario di Frosinone trovando il cellulare con cui il detenuto aveva gestito i suoi profili social. Poco prima del blitz, l’uomo aveva cercato di cancellare post e immagini, ma gli investigatori sono riusciti a recuperare il materiale digitale.
Le analisi del telefono, ora sotto sequestro, puntano a ricostruire le comunicazioni con l’esterno e a individuare eventuali complici.