Frosinone – Rissa del 30 ottobre in Largo Sant’Antonio. Parla in esclusiva per Frosinone News il titolare del BarCode Caffè e Bistrot. La ricostruzione dei fatti che segue si basa esclusivamente sulla testimonianza di Walter, raccolta nel corso di un’intervista, e rappresenta la sua versione dell’accaduto.
Il racconto di Walter
“Tutto è iniziato quando tre uomini — un cittadino egiziano, un albanese e un terzo uomo di origini nordafricane — hanno consumato dei caffè e un ciambellone senza poi saldare il conto. La richiesta di pagamento è avvenuta all’esterno, nella zona delle circolari. A quel punto si è avvicinato un mio cliente abituale, un ragazzo di origini dominicane, che poco prima aveva visto lo stesso gruppo tentare di rubargli il monopattino parcheggiato davanti all’attività. Con il suo intervento la situazione si è accesa ulteriormente: non solo l’egiziano ha iniziato a discutere e provocare, ma anche l’albanese ha contribuito ad alimentare la tensione, arrivando persino a sradicare dei pali che servivano a reggere le piante nella zona. – racconta ai nostri microfoni – A quel punto tra il dominicano, l’albanese e l’egiziano è scoppiata una vera e propria rissa. Io, spaventato, ho subito chiamato la Polizia”.
Il momento di panico
“Mentre aspettavamo l’arrivo degli agenti, l’egiziano si è appoggiato a un’auto, ha tirato fuori un coltello e ha iniziato a gesticolare in modo minaccioso. Sembrava completamente fuori controllo, a un certo punto ha anche fatto finta di essersi ferito. Per fortuna è passata una pattuglia della Polizia Provinciale, che si è fermata subito. Nel frattempo lui continuava a muoversi con il coltello in mano finché non è arrivata la Polizia di Stato, che avevo già allertato. Dopo un po’ di confusione, l’uomo si è calmato ed è stato portato via insieme all’albanese”. – Riferisce ancora il titolare del locale. QUI IL VIDEO
Denuncia e sospensione dell’attività: l’appello
“Dopo l’intervento delle forze dell’ordine sono stato invitato a fare la denuncia, e l’ho fatta immediatamente. Il problema è che poi mi è arrivata la sospensione dell’attività per 20 giorni. Io non ho fatto nulla di male: ho solo chiesto che mi venisse pagata una consumazione. Ora mi ritrovo con il bar chiuso, le bollette da pagare e un danno enorme. Posso continuare a consegnare pacchi, biglietti per i mezzi pubblici, effettuare transazioni all’estero e vendere Gratta e Vinci, ma senza la somministrazione di bevande un bar non può andare avanti. Come faccio a campare così?”. – Si sfoga Walter. “Io non cerco vendetta, solo giustizia. Voglio lavorare in pace, come tutti. Ma se chi fa il proprio dovere viene penalizzato, allora davvero non so più cosa dire”. – QUI IL VIDEO
Il tema della sicurezza in città
L’episodio, per quanto ancora in fase di chiarimento, riporta al centro del dibattito il tema della sicurezza a Frosinone.
Negli ultimi mesi, infatti, nel capoluogo ciociaro si sono moltiplicati gli episodi di violenza, furti e liti, spesso in pieno giorno e nelle zone più frequentate del centro. Molti commercianti e residenti lamentano un crescente senso di insicurezza, seppur, va evidenziato, sono stati potenziati i controlli delle forze dell’ordine, soprattutto nelle aree più frequentate e considerate a rischio.
Il caso del BarCode Caffè Bistrot diventa così un simbolo di una preoccupazione più ampia, che non riguarda soltanto un singolo esercente ma l’intera comunità cittadina.