TARI, il Comune di Anagni chiarisce: “Obbligo di legge, costi in aumento e nuovo bonus sociale”

Dal Comune fanno chiarezza: "Un aumento deciso su base provinciale che ricade inevitabilmente su tutti i Comuni"

Negli ultimi giorni, attorno alla TARI – la tassa sui rifiuti – si è creato un acceso dibattito, alimentato da dubbi, interpretazioni parziali e preoccupazioni dei cittadini che si sono trovati davanti importi più alti rispetto al passato. Proprio per questo l’Amministrazione comunale di Anagni ha diffuso una nota per fare chiarezza, spiegare le ragioni degli aumenti e ricostruire in modo trasparente l’intero percorso.

La prima precisazione riguarda il calendario dei pagamenti. Da novembre 2025 è iniziata la riscossione della TARI relativa all’anno in corso, mentre ad agosto si era concluso il pagamento della TARI 2024. Non si tratta di una decisione discrezionale del Comune, ma di un obbligo previsto dalle norme sulla gestione delle entrate: i tributi devono essere riscossi nello stesso esercizio finanziario in cui vengono accertati.

Ad Anagni, invece, negli anni passati si era consolidata un’anomalia: la TARI veniva pagata con un anno di ritardo. Una consuetudine non conforme alla legge, che l’Amministrazione ha ritenuto necessario correggere per riallineare il sistema di riscossione, rendendo più chiari anche i bilanci comunali.

Accanto a questo adeguamento normativo, è entrato in vigore anche il Bonus Sociale TARI, introdotto da ARERA per sostenere le famiglie con difficoltà economiche. Per applicare correttamente questa agevolazione, la riscossione deve avvenire nell’anno di riferimento: mantenere il vecchio sistema avrebbe escluso molti nuclei familiari dal beneficio. Per questo motivo, con la delibera n. 31 del 4 settembre 2025 – approvata all’unanimità – il Consiglio comunale ha stabilito un calendario con rate bimestrali oppure, per chi lo preferisce, il pagamento in un’unica soluzione entro maggio 2026.

Un altro punto centrale riguarda l’aumento delle tariffe. L’Amministrazione lo definisce senza giri di parole: il Comune non ha la facoltà di decidere arbitrariamente quanto deve costare la TARI. La legge impone che il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sia finanziato interamente dalle tariffe pagate dagli utenti; non è quindi possibile utilizzare altre entrate per ridurre gli importi.

L’incremento che oggi pesa sulle bollette deriva dai maggiori costi di smaltimento stabiliti dalla SAF, la società provinciale che gestisce gli impianti. I dati mostrano una crescita considerevole: nel 2005 smaltire una tonnellata di rifiuti indifferenziati costava 79,20 euro; nel 2024 la cifra era salita a 186,01 euro; da luglio 2025 si è arrivati a 239,53 euro, con un +30% in pochi mesi. Un aumento deciso su base provinciale che ricade inevitabilmente su tutti i Comuni.

Il Comune di Anagni, dal canto suo, assicura di monitorare costantemente l’operato della ditta che gestisce la raccolta, intervenendo quando necessario per richiedere il rispetto degli obblighi contrattuali e migliorare il servizio. Parallelamente prosegue l’iter del progetto per l’isola ecologica comunale: un percorso più lungo del previsto, spiegano dall’Amministrazione, ma non abbandonato. Sono ancora in corso verifiche tecniche e autorizzative per garantirne la piena regolarità.

Sul piano politico, l’Amministrazione riconosce il ruolo dell’opposizione nell’esprimere critiche e posizioni diverse, ma ribadisce che in materia di tributi non ci sono margini discrezionali: “Ci sono temi su cui si può discutere, ma altri – come la gestione delle tasse – dove l’ente deve semplicemente applicare la legge”.

Consapevole del peso economico che gli aumenti rappresentano per le famiglie, il Comune guarda comunque al futuro con un certo ottimismo. L’obiettivo dichiarato è invertire la tendenza nell’arco di un paio d’anni, grazie a una gestione più efficiente del servizio, politiche ambientali più sostenibili, una raccolta differenziata più responsabile e una riscossione dei tributi più puntuale.

In questa direzione si inserisce anche il rafforzamento della lotta all’evasione, ritenuta un passaggio essenziale per riequilibrare il sistema: “Pagare meno, ma pagare tutti”, spiega l’Amministrazione, “è la condizione fondamentale per garantire servizi migliori e una maggiore equità per l’intera comunità”.

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