Antibiotico-resistenza, l’emergenza cresce: 35mila morti l’anno in UE e 12mila in Italia

Ieri, 18 novembre, la Giornata europea per l'uso consapevole degli antibiotici. Un terzo degli agenti patogeni è ormai resistente

Ogni anno nell’Unione Europea oltre 35.000 persone perdono la vita a causa di infezioni legate a microrganismi resistenti ai farmaci, un numero più alto dei decessi combinati per influenza, tubercolosi e HIV. Nell’area UE/SEE circa 4,3 milioni di pazienti contraggono almeno un’infezione correlata all’assistenza sanitaria, pari a un ricoverato su 14 ogni giorno. Un terzo degli agenti patogeni è ormai resistente agli antibiotici più importanti. Nelle strutture di assistenza a lungo termine, almeno il 3% dei residenti affronta ogni anno un’infezione correlata alle cure. I dati arrivano dall’ECDC, in occasione della Giornata europea per l’uso consapevole degli antibiotici. Per sensibilizzare sul tema, ieri, 18 novembre, la sede dell’Agenzia italiana del farmaco si è illuminata di blu.

Progressi insufficienti verso gli obiettivi 2030

Il nuovo rapporto dell’ECDC segnala:
• aumento dell’uso di antibiotici ad ampio spettro e di quelli “Reserve”, gli ultimi disponibili contro le infezioni multiresistenti;
• crescita delle infezioni causate da batteri resistenti.

Secondo l’ECDC, senza misure più rapide ed efficaci l’UE non riuscirà a raggiungere i target fissati per il 2030, con conseguente aumento di casi difficili da trattare, più morti e costi sanitari più elevati.

Italia: 12mila decessi l’anno e consumi sopra la media UE

Nel nostro Paese l’antibiotico-resistenza provoca 12.000 morti l’anno e pesa sul SSN per 2,4 miliardi di euro, con 2,7 milioni di giornate di degenza occupate da pazienti infetti. Il consumo complessivo è pari a 22,3 dosi giornaliere ogni mille abitanti, circa il 10% in più della media UE. L’Italia usa più antibiotici ad ampio spettro rispetto a quelli a spettro ristretto: il rapporto è 9,3 contro 4,6, uno dei più alti in Europa. Negli ospedali il consumo è di 1,91 dosi per mille abitanti (media UE 1,67). L’uso degli antibiotici “Reserve” incide per il 6%, contro il 5,4% europeo.

Distanza ancora ampia dagli obiettivi 2030
• Consumo attuale: 22,3 dosi per mille abitanti; obiettivo: 17,8.
• Antibiotici “Access”: l’Italia è al 51,3%, lontana dal target 65% (media UE 60,3%).
• Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi: 9,29 infezioni su 100mila abitanti, in peggioramento.
• Obiettivo raggiunto, invece, sulla riduzione delle batteriemie da Staphylococcus aureus MRSA.
• Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione: 22,19 casi su 100mila, ancora sopra il target di 20,20.

Rapporto OsMed: quasi 4 italiani su 10 hanno ricevuto un antibiotico nel 2024

Il consumo di antibiotici rimborsati dal SSN è di 16,9 dosi giornaliere per mille abitanti (-1,3% rispetto al 2023). L’uso è più alto nei bimbi sotto i 4 anni e negli over 85. Le donne ricevono antibiotici più degli uomini (40,3% contro 33,3%).
I più prescritti restano:
• penicilline in associazione, soprattutto amoxicillina-acido clavulanico (6,5 dosi);
• macrolidi e lincosamidi (3,5 dosi);
• cefalosporine di terza generazione (2,2 dosi).

Al Sud e Isole il consumo tocca 19,2 dosi per mille abitanti (Nord 14,6; Centro 18,4).

Antibiotici “Reserve”: 100 milioni dal Fondo innovativi

Dal 2025 gli antibiotici del gruppo “Reserve” sono inseriti nel Fondo per i farmaci innovativi con 100 milioni di euro dedicati. Il primo approvato è l’associazione cefepime/enmetazobactam, per infezioni urinarie complicate e polmoniti ospedaliere. Ad oggi le molecole nel Fondo sono nove, tutte monitorate tramite registri d’uso.

L’impegno sulla ricerca indipendente

AIFA sostiene studi no profit attraverso il secondo bando 2025, finanziato con 20 milioni di euro, mirato a nuove combinazioni terapeutiche, strategie innovative, test rapidi e biomarcatori predittivi, nell’ambito dell’approccio One Health del PNCAR.

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