Vita magra e avara di soddisfazioni quella toccata in sorte ai cittadini della province di Frosinone e Latina. I due territori, quello ciociaro e quello pontino, sono finiti rispettivamente all’83° e all’85° posto nella classifica sulla qualità della vita in Italia. La provincia di Frosinone ha perso undici posizioni rispetto al rilevamento dello scorso anno condotto dal quotidiano Italia Oggi, mentre la provincia di Latina è scesa di sette punti.
Più o meno un tracollo quello registrato sul territorio ciociaro, dove gli indicatori tendono tutti al ribasso: affari e lavoro, ambiente, sicurezza sociale, istruzione e formazione, reddito, sistema salute, turismo e cultura. Le cose non vanno meglio in provincia di Latina, dove la tendenza al miglioramento registrata nel 2023 e nel 2024 ha subito una radicale sterzata, una vera e propria inversione a U, secondo il Codice della strada. Inutile riproporre l’elenco degli indicatori in negativo, è più consolante un riferimento all’unico settore in crescita, che è quello del turismo e della cultura, un dato che da solo basta a suggerire una chiave interpretativa su come vanno le cose nel territorio pontino. A fare la differenza in fatto di turismo e di iniziative culturali, intervengono Sabaudia e il Circeo, Terracina e Sperlonga, Gaeta e Formia. Qualcosa regalano alla causa anche Sermoneta e Ninfa, Fossanova e qualche segmento della via Francigena: tutte insieme, queste realtà riescono a tamponare l’attrazione verso il basso esercitata dal capoluogo. Perché da che mondo è mondo, è la città più importante di un territorio a fare la differenza, in un senso o nell’altro, ed è da anni che si reclama un ruolo di leader e di guida da parte della città di Latina sul resto della provincia, ma inutilmente. Il capoluogo non c’è. E la provincia affonda.
In Ciociaria, al di là del risultato complessivo in tutto e per tutto analogo a quello dei cugini pontini, le cose stanno in maniera diversa, perché Frosinone il ruolo di capoluogo lo esercita, anche se è una città di dimensioni modeste ed è tirata per la giacchetta da una costellazione di altri 90 comuni, la maggior parte dei quali sono piccoli borghi, che riescono anche egregiamente a badare in qualche modo a se stessi.
Fusione attentato per affondare mezza regione
Tutto sommato, questa classifica suggerisce di soprassedere alle velleità di spingere sull’acceleratore per cercare di raggiungere un livello anche minimo di osmosi tra i due territori cugini e confinanti: metterli insieme adesso sarebbe un attentato per affondare mezza regione. Anche se c’è chi sostiene, forse a ragion veduta, che una maggiore collaborazione e intesa tra le due province e tra i sindaci dei due capoluoghi avrebbe sicuramente portato a risultati molto diversi da quelli che andiamo registrando in questi giorni.
In attesa che qualcuno faccia la prima mossa in quella direzione, possiamo accontentarci del primato raggiunto dalla provincia di Frosinone, dove è stato debellato il reato di sfruttamento della prostituzione, nemmeno una denuncia, con Frosinone al primo posto in Italia tra le città virtuose su quel fronte. Da quando gli annunci a sfondo sessuale viaggiano sicuri on line e gli incontri non avvengono più lungo le strade ma in confortevoli appartamenti, l’onore è salvo.