«L’evento luttuoso che ha sconvolto Veroli è il secondo, nel giro di un mese, a coinvolgere lavoratori ultrasessantenni. Era accaduto il 4 novembre a Roma, quando Octay Stroici non ha resistito al peso delle macerie della Torre dei Conti. È successo di nuovo, stavolta nella nostra provincia, dove Ezio Cretaro ha perso la vita cadendo da un’impalcatura. Due operai edili di 66 anni, che un Paese civile dovrebbe proteggere, evitando loro i rischi del cantiere e, più in generale, del lavoro usurante». Lo dichiara Anita Tarquini, segretaria generale della Uil di Frosinone.
«Non stiamo parlando di casi isolati – prosegue Tarquini –. Non a caso, nel Lazio, da gennaio a settembre 2025, le denunce di incidenti mortali che hanno riguardato i lavoratori over sessanta sono state 13, mentre quelle relative agli infortuni sul lavoro hanno raggiunto le 3.639 unità».
Un quadro allarmante che trova purtroppo riscontro anche nella provincia di Frosinone. I dati Inail sulla Ciociaria parlano chiaro: nei primi nove mesi dell’anno gli infortuni sul lavoro sono stati 1.806 (erano 1.693 nello stesso periodo del 2024), mentre le denunce di infortunio mortale sono 7, contro le 5 registrate tra gennaio e settembre dello scorso anno.
«È evidente – sottolinea Tarquini – che lavorare in questa provincia significa confrontarsi ogni giorno con un percorso pieno di ostacoli che, troppo spesso, diventano letali. Ed è altrettanto evidente che la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro hanno bisogno di essere rafforzate con urgenza».
«Saranno gli inquirenti a far luce sugli incidenti di Veroli e di Roma – conclude la segretaria provinciale –. Ma che in tredici giorni, a poca distanza l’uno dall’altro, due lavoratori di sessantasei anni siano morti di lavoro non può essere considerato un caso. È un dato che deve scuotere le coscienze e spingere le Istituzioni ad assumersi le proprie responsabilità, come ci si attende in un Paese civile».