Zes unica, Ottaviani vuol riprovarci con la finanziaria del governo. Righini: “Non è misura dirimente per il Lazio”

Il consiglio comunale aperto a Cassino ha evidenziato un centrodestra in ordine sparso sulle misure per sostenere lo sviluppo del Sud Lazio

Il Lazio meridionale? Non ha bisogno della Zes per resistere e rilanciare la propria economia. Pensi piuttosto ad ospitare il secondo aeroporto della regione, visto che Fiumicino non può realizzare la quarta pista e Ciampino deve ridimensionarsi. Parole di Giancarlo Righini, assessore al Bilancio della giunta Rocca, intervenuto nel Consiglio comunale aperto convocato dall’amministrazione comunale di Cassino, con iniziativa condivisa da tutti i capigruppo di maggioranza e minoranza. Se l’esponente dell’esecutivo regionale ha fatto comprendere come sia inutile illudersi sulla inclusione nella Zona economica speciale, non altrettanto hanno fatto il leghista Nicola Ottaviani ed il forzista Salvatore De Meo: il primo profilando un emendamento da inserire nella finanziaria di fine anno; il secondo guardando – insieme al senatore Claudio Fazzone – alla possibilità che il Lazio meridionale tratti col governo l’inserimento nella Zes nell’ambito del processo di rafforzamento dei poteri di Roma capitale e di riassetto delle altre province del Lazio.

L’ex sindaco di Frosinone: Palazzo Chigi può, bisogna essere inclusi

L’ex sindaco di Frosinone ha ricordato come l’impatto della Zls (Zona logistica speciale) non sia neppure lontanamente confrontabile con quello della Zes. La prima, infatti, “riguarda attività portuali e retro-portuali. Bene si è fatto a prevederla per il Lazio ma stiamo parlando di un settore specifico, la logistica, e di una ratio giuridica diversa dalla Zes”. Ottaviani ha ripercorso il contesto normativo degli aiuti di Stato sottolineando le deroghe al divieto, riguardanti zone a “depressione economica totale (dalla Sicilia fino alle nostre porte) e poi zone C delle aree non predefinite in cui rientrano Abruzzo, le Marche e l’Umbria ma anche una serie di zone del Lazio. (…) Il governo può esercitare opzioni. Non c’è scelta, atto precettivo europeo. Quindi – ha tirato le somme – con uno sforzo di tutti, se siamo convinti di poter fare un passo in avanti, nella finanziaria di fine anno riproporremo queste possibilità”.

“A noi interessa stare nella perimetrazione anche a saldi zero”

“Perché – ha ricordato Ottaviani – a distanza di 100 metri oggi esiste una zona con il 100% di contributo comunitario e una zona a zero. Servono invece zone cuscinetto – e potrebbero esserlo le province di Frosinone, Latina e Rieti – di decompressione economico-sociale. Il fatto è – ha aggiunto – che noi continuiamo a ragionare con le teste della politica non delle imprese e dei lavoratori. (…) A noi interessa la perimetrazione. Abbiamo proposto di rientrarci a saldi zero. Perché una volta che entri nella Zes, nei prossimi 40 anni ti chiamerai Mezzogiorno e qualsiasi mollichina cade dal tavolo le possiamo prendere evitando che altri prendano l’arrosto”.

De Meo: gli indicatori economici sono paletti da non superare

Il parlamentare fondano di Fi, Salvatore De Meo, ha posto l’accento sui paletti da non superare: cioè gli indicatori economici. “La Regione non può essere scorporata perché le Province hanno parametri diversi”. Il Pil pro capite di Frosinone e Latina, di 21mila euro e di 23 mila euro circa è inferiore a quello della media europea (32mila euro). Ma Roma ha un pil pro capite di 40mila euro che incide a livello regionale. Ha però avvertito: “Abbiamo una strada che va percorsa. Nel breve tempo non possiamo che far riferimento alla Zls. Ma io e Fazzone abbiamo immaginato che, parallelamente con Roma capitale, si possa negoziare col governo l’inclusione delle nostre province nella Zes e il governo possa a sua volta negoziare con la commissione Ue”.

Ciacciarelli: le misure regionali possono arginare il declino

L’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli, pur avendo ammesso che le misure incentivanti della Zls sono molto inferiori a quelle della Zes, ha evidenziato come il complesso di provvedimenti messi in atto o comunque in programma da parte della giunta regionale possano arginare la situazione di declino. Ha quindi ricordato il rifinanziamento della Legge Fiat, riattivazione della tratta ferroviaria Gaeta – Formia, l’adeguamento della superstrada 630 anche in previsione delle esigenze del porto commerciale di Gaeta. Infine ha proposto di mettere allo studio un intervento territoriale dedicato al Lazio meridionale sul modello di quello varato per l’alta Tuscia.

Righini: interventi da 100 milioni l’anno da discutere coi territori

Senza troppi giri di parole, l’assessore Righini ha subito chiarito che secondo lui la Zes non è applicabile al Lazio meridionale, mentre la Zls sarebbe una grande opportunità per le imprese grazie alla previsione del credito d’imposta. Ha ricordato i vantaggi connessi alla diversa contabilizzazione del fondo di anticipazione liquidità, che, deciso dal governo, ha alleggerito i conti regionali per 13 miliardi. Operazione che ha liberato risorse per 486 milioni che la giunta Rocca non ha destinato: infatti intende discuterne l’impiego in Consiglio regionale ed anche con i territori. Si tratta di un intervento di circa 100 milioni di euro fino al 2030. “Risorse che si sommano al pacchetto fondo sviluppo e coesione, l’intervento sulla strada Ausonia con l’obiettivo di collegare il sistema portuale del Lazio meridionale con la zona industriale interna, la bretella Cisterna Valmontone”.

Puntare sull’aeroporto da realizzare insieme alla società Adr

Righini ha invitato a non puntare all’equiparazione del Sud Lazio col Mezzogiorno d’Italia perché la nostra Regione avrebbe altri indicatori ed altri obiettivi di sviluppo. “Pensiamo ad un grande piano di investimenti. Perché non pensare – tenendo conto che la quarta pista non si può fare a Fiumicino – a realizzare un aeroporto con Adr, visto anche che bisogna delocalizzare Ciampino? Poi con autostrada e Tav l’aeroporto è conseguente. Queste sono le cose a cui badare più che a qualche misura che ha l’obiettivo di dire che siamo Sud. Probabilmente il Lazio non ha le condizioni economiche per essere considerato Mezzogiorno. (…) Non giudico dirimente la Zes rispetto al futuro del territorio”.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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