Pedopornografia, nel Lazio reati in aumento: il pericolo corre sul web

Tra i reati di maggior allarme sociale spiccano anche 30 casi di revenge porn e molestie in rete con profili fake news

Il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale per il Lazio, nell’anno 2022 ha trattato oltre 280 casi di pedopornografia, tra questi oltre 90 casi di adescamento e abusi su minori, 176 casi di sextortion (termine inglese che unisce le parole sesso ed estorsione), con incremento rispetto all’anno precedente di 56 casi. Sono quindi state avviate numerose indagini, che hanno portato all’esecuzione di 95 perquisizioni, all’arresto di 12 persone ed alla denuncia in stato di libertà di 105 soggetti indagati a vario titolo per i reati di adescamento di minori, di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico e sextortion.

Nel corso dell’ attività sono stati esaminati 15.500 spazi virtuali con il sequestro  di oltre 11mila gigabyte di contenuti multimediali di natura illecita.

Tra le storie più sconvolgenti l’operazione Gran Bretagna in cui un utente Kik denominato “daddy74rm” manifestava interesse sessuale nei confronti dei minori e allo scopo di essere inserito in una chat ristretta di scambio di materiale pedopornografico inviava delle foto di mutandine da bambina e produceva immagini e video pedopornografici utilizzando la figlia minore di 8 anni. L’indagato, dopo aver nascosto una telecamera, con la scusa di aiutarla a fare la doccia, la riprendeva nuda, posizionandola sempre a favore dell’obiettivo per meglio riprendere i genitali. Successivamente con appositi programmi di editing provvedeva ad eliminare i volti di entrambi al fine di non essere riconoscibile nei set di immagini che produceva. L’attenta comparazione del contenuto dei file con gli indumenti della figlia e la biancheria da letto rinvenuti in casa, nonché con le foto degli ambienti domestici permettevano di identificare i soggetti ritratti.

Nell’operazione Kik invece è stato individuato e arrestato un uomo responsabile del caricamento di alcuni file pedopornografici sulla piattaforma KIK. Durante l’esecuzione dell’attività di perquisizione informatica, trovato in possesso di ben 160 file video e 24  immagini custodite all’interno di una chiavetta usb, trovata sulla scrivania ubicata in camera da letto dell’indagato collegata al notebook che ne consentiva una rapida e immediata fruibilità da parte dell’indagato.

 Il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per il Lazio, nel 2022, ha trattato anche 30 casi di cyberstalking, oltre 400 casi di diffamazione, oltre 250 casi di minacce e molestie in rete e oltre 600 casi di profili fake e trattamento illecito di dati personali.

“Tra i reati di maggior allarme sociale – si legge nel rapporto – spiccano 30 casi di revenge porn, 38 richieste di aiuto con propositi suicidari”. L’attività investigativa in questo settore ha portato alla denuncia di 102 persone per aver commesso reati DA “Codice Rosso”, estorsioni a sfondo sessuale, molestie, minacce, diffamazioni sui social network, oltre all’esecuzione di 11 perquisizioni. Sempre nel 2022 sono state 12 le istanze di ammonimento nei confronti degli autori delle condotte moleste.

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