Roberto e Mattia Toson indagati per l’omicidio di Thomas Bricca: sequestrato un altro telefono

Alatri - Disposti gli accertamenti tecnici non ripetibili sullo smartphone di Niccolò Toson, fratello minore di Mattia e figlio di Roberto


Un risvolto atteso da giorni. Roberto Toson è ora indagato insieme al figlio, Mattia Toson. Le accuse che la Procura della Repubblica contesta loro sono di concorso in omicidio e detenzione illecita di armi. 

Indagati dunque, “per il delitto di cui agli artt. 110-575 c.p. e artt. 2,4,7 L. 895/67, poiché, in concorso tra loro, cagionavano la morte di Thomas Bricca esplodendo un colpo d’arma da fuoco”. Quel colpo è stato esploso lo scorso 30 gennaio, sotto al “Girone”. Killer e complice avevano raggiunto il parcheggio di Largo Cittadini a bordo di un T-Max nero. Tre spari, uno dei proiettili aveva colpito Thomas alla testa. Il 19enne era stato trasportato d’urgenza al San Camillo di Roma dove si è spento il 2 febbraio. 

Sin da subito i Toson erano finiti nella cerchia dei sospettati. Già la sera dell’agguato, nella caserma di Alatri erano stati fatti i loro nomi. Le indagini sono andate avanti per quasi 50 giorni. Ora entrambi sono iscritti sul registro degli indagati con pesanti accuse. Roberto e Mattia Toson sono assistiti dai loro difensori di fiducia, l’avvocato Angelo Testa del Foro di Frosinone e l’avvocato Umberto Pappadia del Foro di Santa Maria Capua Vetere; mentre la famiglia Bricca si è affidata all’avvocato Marilena Colagiacomo del Foro di Frosinone.

Sequestrato lo smartphone di Niccolò Toson

Alla luce di questo, nella giornata di ieri, il PM, la Dott.ssa Rossella Ricca, ha disposto gli accertamenti tecnici non ripetibili sullo smartphone di un altro membro della famiglia Toson, Niccolò, fratello minore di Mattia e figlio di Roberto. Il giovane, è doveroso precisarlo, non risulta indagato ma la copia forense dei dati contenuti all’interno del suo telefono cellulare potrebbe essere utile agli inquirenti per raccogliere nuove prove o confermare indizi. L’IPhone di Niccolò è stato posto sotto sequestro venerdì scorso, 17 marzo, e nella giornata di domani, mercoledì 22, alle ore 12.00, presso il Tribunale di Frosinone, si procederà al conferimento dell’incarico di consulenza tecnica al Ra.C.I.S. Reparto Tecnologie Informatiche di Roma.

Oggi la perizia sul cellulare di Mattia 

Nella mattinata di oggi, invece, gli accertamenti tecnici non ripetibili saranno eseguiti sullo smartphone di Mattia. La difesa della famiglia di Thomas Bricca ha nominato un proprio consulente, l’ingegner Marco Zanaro di Roma, che affiancherà i tecnici individuati dalla Procura nel corso delle operazioni del Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche.

Il nonno avrebbe cercato di “coprire” Mattia 

C’è un terzo nome che figura sul registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta, seppur con una contestazione completamente diversa. È quello del nonno acquisito del 22enne. L’accusa della Procura della Repubblica nei suoi confronti è quella di aver tentato di distruggere una pistola scacciacani, poi rinvenuta dagli uomini dell’Arma, e di aver sottratto il sistema di video sorveglianza della sua abitazione facendo sparire anche la scheda di memoria. Il sospetto è che l’abbia fatto per coprire il nipote. Quelle immagini potevano essere utili per risalire gli spostamenti del ragazzo. 

Nell’alibi che Mattia Toson ha fornito agli inquirenti ci sarebbe, infatti, un ‘buco’ temporale ancora da chiarire. Quando, lo scorso 2 febbraio, a poche ore dal decesso di Thomas, si presentò nella caserma di Alatri per dichiarare la sua estraneità ai fatti, Mattia avrebbe raccontato che, la sera dell’agguato, era ad una festa in un agriturismo. Testimoni avrebbero poi in parte smontato quell’alibi affermando che alla festa il giovane sarebbe sì arrivato ma dopo le 21.00 e – particolare non da poco – pallido in volto e visibilmente agitato, avrebbe chiesto dell’acqua per calmarsi. 

Dov’era Mattia Toson prima di arrivare a quella festa? E suo padre Roberto? Sono solo alcune delle tante domande che potrebbero trovare risposta proprio dal contenuto degli smartphone di Mattia e di suo fratello Niccolò. 

La recente condanna di Roberto Toson 

Nella mattinata dello scorso 10 marzo, lo ricordiamo, il Tribunale di Frosinone ha condannato Roberto Toson a 7 mesi per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. I fatti a lui contestati risalgono al 17 agosto del 2018 quando l’uomo, all’interno della caserma dei carabinieri di Alatri, per opporsi all’applicazione delle manette, aggredì gli stessi militari, prese a calci i mobili, rompendo poi con una testata il vetro della finestra e minacciò i militari dell’Arma inveendo contro di loro. In quella circostanza, Roberto Toson era stato convocato in caserma dai militari i quali gli dovevano notificare la “sostituzione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa con quella della custodia cautelare in carcere”. 

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Roberta Di Pucchio
Roberta Di Pucchio
Giornalista pubblicista

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