PNRR: “Rivedere la programmazione per accompagnare le imprese verso la Transizione”

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, è intervenuto alla Cabina di regia sul PNRR a Palazzo Chigi

“I costi di produzione delle imprese, la spinta inflattiva, l’emergenza idrica e le sfide di ammodernamento tecnologico e digitale del settore primario sono impegni che necessitano di essere affrontati contestualmente alla crisi energetica per poter garantire all’agricoltura italiana di superarli. In tale contesto, per gestire meglio le risorse a disposizione è indispensabile il riallineamento della programmazione dei fondi di coesione, con il PNRR e il REpowerEU”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenuto alla Cabina di regia sul PNRR a Palazzo Chigi, indicando alcuni interventi prioritari per il settore agricolo.

“In linea con l’esigenza di ridurre le emissioni inquinanti e rafforzare la competitività delle imprese resta fondamentale investire nello strumento dei “Contratti per la logistica agroalimentare” inseriti nel PNRR, che prevedono il sostegno agli investimenti finalizzati a potenziare i sistemi di logistica e stoccaggio. Occorre aggiungere risorse al bando sulla logistica agroalimentare, vista l’eccedenza di domande da soddisfare per il settore”.

“Auspichiamo una riorganizzazione dei trasporti, fatta anche in un’ottica di sostenibilità ambientale, che permetterà di ridurre il traffico su gomma”. Sui contratti di filiera “è da valutare un finanziamento aggiuntivo, oppure la possibilità di stornare risorse inutilizzate da altre misure del PNRR, o da altri strumenti a disposizione del governo, visto – ha sottolineato Giansanti – che rispetto ai 690 milioni di euro disponibili sono state presentate al Ministero richieste per 318 progetti, per un ammontare di 5 miliardi di euro. Una cifra, quindi, superiore di sette volte alle disponibilità”.

Riguardo alla transizione ecologica e digitale, Confagricoltura sostiene in pieno la posizione dell’Esecutivo di poter utilizzare una parte dei fondi di coesione non ancora impegnati. “I fondi mobilitati con la flessibilità potrebbero essere destinati al ripristino delle aliquote 4.0 per incentivare lo sviluppo del tessuto imprenditoriale nel Paese, nonché sostenere il ciclo economico. Ad ogni modo, – ha concluso – la misura andrebbe calata in un quadro più ampio, che tenga conto anche di una più accentuata valenza ambientale, guardando all’implementazione del carbon farming”. 

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