Turismo, un terzo dei costi delle vacanze è destinato alla buona tavola: 15 mld nel 2023

È quanto stima la Coldiretti per l'estate nel Bel Paese, con 15,6 milioni di italiani che hanno deciso di andare in vacanza a luglio

Oltre un terzo della spesa turistica nell’estate 2023 sarà destinato alla tavola per un valore che supera i 15 miliardi di euro per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre di Paese. E’ quanto stima la Coldiretti per la prossima estate del turismo nel Bel Paese con 15,6 milioni di italiani che hanno deciso di andare in vacanza a luglio, con un aumento dell’1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Uno scenario che dimostra la centralità per la vacanza Made in Italy del patrimonio enogastronomico nazionale che è diffuso su tutto il territorio e dalla cui valorizzazione – precisa la Coldiretti – dipendono molte delle opportunità di sviluppo economico ed occupazionale. Il cibo è dunque la voce più importante del budget della vacanza estiva in Italia tanto che – sottolinea la Coldiretti – è diventato per molti turisti la principale motivazione del viaggio con il boom del turismo enogastronomico anche grazie alle numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino, fino agli oltre 25mila agriturismi.

La cucina italiana è diventata leader mondiale potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa di 5547 specialità sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 319 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche, 25mila agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica.

Un patrimonio che è importante tutelare come dimostra la candidatura della pratica della cucina italiana per l’iscrizione nella Lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco. Una necessità in una situazione in cui sei italiani su dieci (60%) in viaggio all’estero per lavoro o in vacanza si sono imbattuti almeno una volta in un piatto o una specialità Made in Italy taroccati, secondo l’analisi Coldiretti/Notosondaggi. Dagli spaghetti alla carbonara con prosciutto cotto al posto del guanciale e formaggio grattugiato al posto del pecorino romano fino al tiramisu’ con la panna al posto del mascarpone o gli spaghetti alla bolognese, una invenzione per stranieri completamente sconosciuta nella città emiliana.

“La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani con un impatto negativo su economia e lavoro in una filiera che dai campi agli scaffali fino ai ristoranti vale 580 miliardi di euro”. Conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che al valore culturale si aggiunge quello economico ed occupazionale per il Paese.

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