Superbonus 110%, famiglie e imprese al palo dopo il blocco delle cessioni dei crediti

L'analisi di Ance: "La sostenibilità in edilizia tra legge di bilancio, crediti incagliati ed obiettivi europei"

“Per le famiglie e le Imprese rimaste incagliate con il Superbonus non sono ancora arrivate novità concrete ed il Governo è sempre più preoccupato per il conto che dovrà pagare. Anche in Provincia di Frosinone iniziano a palesarsi le pesanti ripercussioni del blocco delle cessioni dei crediti superbonus sia per le Imprese che per i privati. In questa fase è necessario favorire il completamento di tutti gli interventi di Superbonus regolarmente avviati, ad esempio con la messa in campo di Cassa Depositi e Prestiti e non solo delle banche, che seppur grandi, da sole non possono farcela”. – Così in una nota Ance Frosinone.

“Se non si risolve il problema dei crediti incagliati, che coinvolge 350 mila famiglie, molti lavori saranno lasciati a metà con gravi conseguenze sociali ed economiche. Riconosciamo che il Governo stia cercando faticosamente delle soluzioni per sostenere i costi del Superbonus ma la cura non può ammazzare il paziente”.

Secondo il Presidente Massaro “non vogliamo diventare i paladini del Superbonus né tantomeno di coloro che ne hanno approfittato, però va detto che questa misura ha rappresentato un’opportunità per la riqualificazione energetica e sismica degli edifici italiani e, inoltre, ha trainato il Paese fuori dalla crisi Covid. Non dimentichiamo altresì che attraverso questi incentivi anche i titolari dei redditi più bassi hanno potuto effettuare interventi di miglioramento energetico e sismico delle proprie abitazioni che, diversamente, non avrebbero mai affrontato. Se pensiamo all’età media, il reddito pro capite e la tipologia edilizia dei nostri piccoli Comuni e delle aree interne della Ciociaria – prosegue il Presidente Massaro – ci vuole poco a capire che, senza importanti incentivi statali, sarà impossibile avviare qualsiasi progetto di rigenerazione. Bisognerà quindi trovare soluzioni strutturali di medio periodo se vogliamo efficientare il nostro patrimonio abitativo, anche in funzione degli obiettivi prefissati dalle direttive comunitarie in materia”.

“Pertanto, come sistema Ance stiamo lavorando alla proposta di un nuovo modello di incentivi basato su una analisi di sostenibilità degli stessi per le finanze dello Stato e, contemporaneamente, sulla possibilità̀, per le famiglie, di sopportare il contributo economico richiesto loro.vLa nostra proposta prevede una riduzione dell’aliquota attualmente in vigore (110%) verso un sistema di aliquote più contenute (70%). Tuttavia, per mantenere l’interesse a svolgere l’intervento, sono necessari strumenti finanziari che aiutino le famiglie a coprire la parte non incentivata attraverso dei mutui “verdi” garantiti dallo Stato, condizione necessaria per agevolare l’accesso ai finanziamenti da parte di una vasta platea di famiglie, con una significativa riduzione del costo del finanziamento. Infine, si potrebbe ragionare sul mantenimento di una aliquota del 100% per i soggetti con reddito inferiore ai 15.000 euro”. – Conclude Massaro.

Un monito da parte nostra: attenzione massima alla qualificazione delle Imprese ed efficaci controlli da parte delle autorità competenti.

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