Inquinamento ambientale, reflui illeciti scaricati nel fiume Liri: sequestrata nota cartiera

Il GIP di Cassino ha disposto il sequestro dell’intero stabilimento industriale. Scattano le denunce

Nella giornata di ieri, 21 settembre, i militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (N.I.P.A.A.F.) del Gruppo Carabinieri Forestale di Frosinone hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dal GIP di Cassino su istanza della Procura della Repubblica di Cassino, avente ad oggetto uno stabilimento industriale che produce carta, per i reati di inquinamento ambientale, deposito incontrollato di rifiuti e svolgimento dell’attività produttiva in assenza di Autorizzazione Integrata Ambientale.

In particolare i militari, mediante l’ausilio di Arpa Lazio e dell’Agenzia delle Entrate, hanno accertato come l’attività produttiva dello stabilimento presentasse numerose criticità ambientali. Innanzitutto è emersa l’assenza di idoneo titolo abilitativo all’esercizio dell’attività di cartiera. L’attività svolta, infatti, dato il quantitativo della produzione, necessita di apposita Autorizzazione Integrata Ambientale, titolo di cui la società è completamente sprovvista. Pur essendo stato avviato l’iter amministrativo volto al rilascio del provvedimento, lo stesso non si è ancora concluso in ragione dei pareri negativi espressi dall’Arpa Lazio. Pareri negativi che trovano fondamento nelle rilevanti criticità riscontrate negli elaborati progettuali presentati dalla società.

Analizzati i reflui scaricati nel fiume

Sono stati poi, analizzati i reflui scaricati nel fiume Liri. Ebbene i risultati hanno rilevato come i solidi sospesi totali abbiano superato di quasi il triplo i valori tabellari, mentre il BOD e il COD hanno valori più del doppio rispetto ai limiti tabellari; importante, poi, anche la presenza di alluminio che supera i valori di legge. Insomma la depurazione dei reflui è tutt’altro che efficace, con importanti conseguenze sul fiume Liri nel quale vengono scaricate le acque reflue.

Non solo, è stato anche rilevato come vi sia una conduttura che bypassa completamente l’impianto depurativo, immettendo direttamente i reflui sul fiume Liri, senza aver subito la necessaria depurazione.
Infine anche la gestione dei rifiuti presenta rilevanti criticità. In un’area sotto una tettoia sono risultati presenti, accatastati alla rinfusa e privi di cartellonistica identificativa, rifiuti pericolosi e non, quali fusti vuoti, cisternette contenenti imballaggi, tubazioni in plastica, vari materiali in metallo, pedane in legno, n. 1 bulk contenente sostanza di natura fluida presumibilmente relativo a grasso di processo, diversi bulk e taniche vuote, parti di macchinari dismessi in acciaio inox, diversi contenitori identificati da cartellonistica recante le scritte “Olio usato”, “ Lampade neon”, “Tubi fluorescenti”, “Batterie”, “Componenti elettronici”, “Rifiuti pericolosi”.

I rappresentanti della società sono stati così denunciati per i reati di inquinamento ambientale, deposito incontrollato di rifiuti e svolgimento dell’attività produttiva in assenza di Autorizzazione Integrata Ambientale. Dato il pericolo per l’ambiente costituito dalla prosecuzione dell’attività produttiva, il GIP di Cassino ha disposto il sequestro dell’intero stabilimento industriale.

Continua l’azione sinergica della Procura di Cassino e del NIPAAF di Frosinone volta alla repressione e prevenzione dei reati ambientali che, va ricordato, non danneggiano solo l’ambiente ma anche la salute pubblica.

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