Alluvioni, frane e allagamenti: il Lazio è ad alto rischio. I dati in provincia di Frosinone

Presentato il “Rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvioni” realizzato da Legambiente. Il Lazio al secondo posto tra le Regioni più colpite

Presentato ieri il “Rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvioni” realizzato da Legambiente, con il contributo del Gruppo Unipol, che quest’anno dedica uno speciale proprio al tema alluvioni: negli ultimi 14 anni – dal 2010 al 31 ottobre 2023 – sono stati registrati in Italia ben 684 allagamenti da piogge intense, 166 esondazioni fluviali e 86 frane sempre dovute a piogge intense.

Il Lazio, con 72 eventi è la seconda tra le Regioni più colpite per allagamenti da piogge intense (dopo la Sicilia). Ad andare in sofferenza sono soprattutto le grandi città, in primis Roma, prima tra le metropoli, dove si sono verificati 49 allagamenti da piogge intense; a pesare in questi anni l’assenza di una governance con una visione più ampia capace di tener insieme conoscenza, pianificazione e controllo del territorio.

La situazione in Ciociaria

In questo quadro la provincia di Frosinone è quella che ha il territorio più ad alto rischio frane in termini percentuali. In Ciociaria infatti il 14,8% del territorio, ovvero 481 ettari è ad elevato rischio smottamento. Una situazione che coinvolge 33mila abitanti circa, il 6,8% della popolazione totale della provincia. Gli edifici che ricadono nell’area sono quasi 15.000, l’8,2% del totale.

Va meglio per quel che riguarda il rischio alluvioni: in Ciociaria è il 2,2% del territorio ad essere a rischio allagamento, circa 71 ettari, con una popolazione di circa 11.400 abitanti coinvolti. Gli edifici che potrebbero essere soggetti ad allagamenti sono circa 4.500 ovvero il 2,3% della totalità, 866 le imprese con una percentuale del 2,5%.

Scacchi: “Stop a cementificazione”

“A Roma e nel Lazio – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – come in tutta Italia, deve crescere la consapevolezza che un territorio come il nostro non debba essere ulteriormente cementificato e impermeabilizzato, ma dell’esatto opposto, di deimpermeabilizzazione e adattamento al clima. Ci rivolgiamo in tal senso alla Regione e a tutte le amministrazioni comunali, e su tutte a quella della Capitale, per chiedere che venga fermato il consumo di suolo. Bisogna stoppare ogni possibilità edificatoria in aree a rischio idrico, con varianti puntuali ai Piani Regolatori grazie alle quali prevedere riduzioni e cancellazioni di eventuale ulteriore edilizia residenziale, logistica o stradale, ma anche con delocalizzazioni del costruito a maggior rischio e potenziamento dei piani di emergenza e della loro conoscenza da parte dei cittadini”.

Nella Capitale peraltro, secondo i dati Idrogeo di Ispra, a rischio alluvioni c’è il 9,1% del territorio, abitato da 96.586 persone, dove ci sono 11.388 edifici, 9.650 imprese e 177 beni culturali; i quartieri più a rischio sono: Ostia, Acilia, Casal Palocco, Infernetto, Eur Torrino, Tor di Valle; Tiburtina e Prenestina; Settebagni, Labaro, Salaria e Tiberina, Villaggio Olimpico, Corso Francia, Via Guido Reni. Nel Lazio il 3,5% del territorio è a elevato rischio idrico, dove abitano 175.851 persone. Il lancio del report avviene a pochi giorni dell’apertura della COP28 sul clima a Dubai e del suo XII congresso nazionale dal titolo “L’Italia in cantiere” in programma a Roma l’1, 2 e 3 dicembre, incentrato su crisi climatica e transizione ecologica. – SCARICA QUI IL RAPPORTO

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