Pontecorvo – Crisi del peperone Dop, a gennaio un tavolo per scongiurare la perdita del marchio

Scongiurare la perdita del marchio di denominazione di origine, questo l'obiettivo comune: "Siamo al punto di non ritorno"

La crisi del peperone Dop di Pontecorvo è stata ufficializzata al convegno promosso dal Collegio provinciale degli Agrotecnici (presidente Ilenia Bravo e Valerio Fresilli, componente del direttivo) in collaborazione con il consigliere comunale delegato all’agricoltura, Gaetano Spiridigliozzi. Sono stati proprio i produttori agricoli – Claudio Natoni e Antonio Pelle su tutti – a lanciare il grido d’allarme.

Sette anni fa erano ben 18 le aziende che, fiduciose per le prospettive di sviluppo aperte dalla nascita del Consorzio di valorizzazione, avevano aderito al progetto della Dop, accettando di sottoporsi alla certificazione della qualità. Oggi le aziende che producono l’autentico peperone di Pontecorvo, il cornetto originale, sono solo due. Un fallimento. Tutti gli altri, nel tempo, hanno abbandonato, tornando a coltivare il seme ibrido. Il convegno di sabato scorso ha favorito la condivisione di una consapevolezza diffusa: non c’è più tempo per trastullarsi. O si fa qualcosa subito oppure la prestigiosa denominazione, costata anni di studio, lavoro, dedizione, andrà persa e sarà una perdita gravissima. Di immagine e di economia. Perché il peperone Dop, sia fresco che lavorato, rende ben più del peperone comune.

“Come amministrazione comunale e in accordo con il sindaco – spiega Spiridigliozzi – avevamo già deciso di affrontare la crisi della Dop con risolutezza. Così faremo. A gennaio convocherò un tavolo tecnico con gli imprenditori dell’areale, l’ordine degli agronomi e il collegio degli agrotecnici, Arsial (Agenzia per l’agricoltura della Regione Lazio) e con i dirigenti delle organizzazioni professionali agricole. Siamo al punto di non ritorno. Lavoreremo tutti assieme per superare la crisi e salvare il marchio di denominazione. Una rivoluzione che riguarderà anche l’assetto del Consorzio per la promozione e valorizzazione della Dop”.

Al convegno, aperto dal sindaco Anselmo Rotondo, c’erano anche l’europarlamentare Salvatore De Meo, Rossella Chiusaroli (dirigente provinciale Fi), Antonella Di Pucchio (consigliere provinciale Pd) e il presidente del consiglio provinciale, Gianluca Quadrini. “Era il nostro obiettivo. Abbiamo raccolto il grido di allarme dei produttori – aggiunge Valerio Fresilli – e abbiamo aperto la vertenza nella convinzione che ci sono ancora i margini per intervenire, ma bisogna fare in fretta. Gli agrotecnici sono pronti a dare il proprio contributo di competenza al tavolo che sarà convocato da Spiridigliozzi. La Dop è la sola risorsa che può aiutare le aziende a incrementare il reddito di una produzione storica, tradizionale e unica come quella del nostro peperone”. A gennaio si saprà se il Dop di Pontecorvo ha un futuro.

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