Inquinamento, record di sforamenti a Ceccano: per Fare Verde violate le direttive dell’Ue

L'Associazione annuncia che si rivolgerà direttamente alla Commissione Europea per chiedere una nuova procedura d’infrazione

“L’Italia con l’inquinamento dell’aria da PM10 registrato a Ceccano nel 2024 ha già violato la Direttiva Europea CE/2008/50. Dopo 47 giorni dall’inizio del 2024, sono già 36 i superamenti della soglia per il PM10, sufficienti per stabilire che un valore limite previsto nell’allegato XI della Direttiva CE/2008/50, relativa alla qualità dell’aria e per un’aria più pulita in Europa, è stato superato rispetto alla media calcolata per l’anno civile”. – Questa la denuncia di Fare Verde.

“In buona sostanza l’Italia, con Ceccano, ha già violato per l’anno 2024 l’art. 13 c. 1, rubricato “Valori limite e soglie di allarme ai fini della protezione della salute umana”, in cui si prevede che “gli Stati membri provvedono affinché i livelli di biossido di zolfo, PM10, piombo e monossido di carbonio presenti nell’aria ambiente non superino, nell’insieme delle loro zone e dei loro agglomerati, i valori limite stabiliti nell’allegato XI. Fatto è che la centralina dell’Arpa Lazio installata a Ceccano ha già registrato 36 superamenti dei valori limite di 50 µg/m3 per il PM10, al 17 Febbraio 2024, violando senza alcun dubbio la Direttiva Europea CE/2008/50”. – Prosegue la nota di denuncia.

Fare Verde Provincia di Frosinone prosegue: “E’ chiaro che l’Italia non ha adottato, in tempo utile, le misure necessarie per eliminare l’inquinamento dell’aria e quindi non c’è stato contrasto efficace per i superamenti dei valori limite stabiliti per le PM10 dall’allegato XI della Direttiva 2008/50. Superamenti per le PM10 che continuano ad avvenire in modo sistematico, inarrestabile e dannoso per la salute dei cittadini. Il simposio Ambientalista si rivolgerà direttamente alla Commissione Europea per chiedere una nuova procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per la pessima qualità dell’aria adducendo tre motivi specifici.

Nei fatti l’Italia: 1) ha superato i valori fissati per il particolato (PM10), in modo sistematico e continuo violando così l’art. 13 e l’allegato XI della direttiva 2008/50; 2) non ha adottato misure appropriate per garantire il rispetto dei valori limite, violando l’art. 23 c. 1 e l’allegato XV parte A, 3) è venuta meno all’obbligo di far sì che i piani per la qualità dell’aria prevedano misure adeguate affinché il superamento dei valori sia il più breve possibile, violando l’art. 23 c. 1″.

Fare Verde contro il piano di risanamento della qualità dell’aria

“A quanto pare, dopo quattro anni da quando venne emessa la sentenza della Corte C644/18, in Ciociaria non è stato compreso che il piano di risanamento della qualità dell’aria della Regione Lazio non è efficace, anzi non funziona affatto. Fare Verde provincia di Frosinone, in tempi non sospetti, ha inviato una nota al Comune di Ceccano per capire cosa avesse fatto, il Comune, per proteggere la salute dei cittadini ma non c’è stata nessuna risposta”. – Concludono

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