Italia fragile a rischio frane e alluvioni…ma non si demoliscono le costruzioni abusive

Oltre 9 comuni su 10 a rischio dissesto idrogeologico e oltre 8 milioni di cittadini in zone ad alta pericolosità

Italia fragile, sempre più fragile, e il rischio cresce a causa dell’abusivismo, con le costruzioni in aree vietate che non vengono demolite. I numeri dicono che nel 2021 aumenta nel 2021 la superficie nazionale potenzialmente soggetta a frane e alluvioni: l’incremento sfiora rispettivamente il 4% e il 19% rispetto al 2017, avverte l’ultimo rapporto Ispra sul dissesto idrogeologico. Quasi il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto e soggetto ad erosione costiera e oltre 8 milioni di persone abitano nelle aree ad alta pericolosità. Zone nelle quali non si può edificare, ma dove con sprezzo del pericolo – e del buonsenso – si costruiscono case edifici abusivi, sperando nell’ennesimo condono. E purtroppo in alcune aree del paese, come mostra dolorosamente la tragedia di Ischia, il fenomeno è più marcato. Secondo il dossier ‘Abbatti l’abuso’ di Legambiente sulle mancate demolizioni edilizie nei comuni italiani, emerge con chiarezza una Penisola spaccata in due.

Un’Italia abusiva

Eloquente il dato nazionale: sulla base delle risposte complete date dai 1.819 comuni (su 7.909) al questionario di Legambiente, nella Penisola dal 2004, anno dell’ultimo condono, al 2020 è stato abbattuto solo il 32,9% degli immobili colpiti da un provvedimento amministrativo, un dato “trainato” dall’attività degli enti locali delle regioni del Centro Nord. Bene Veneto e Friuli-Venezia Giulia che, nella classifica per numero di ordinanze di demolizioni eseguite, superano entrambe il 60%, seguite da Valle d’Aosta (56,3%), Provincia autonoma di Bolzano (47%), Lombardia (44,2%). Poi ci sono Piemonte, Liguria e Toscana che dichiarano di aver demolito almeno il 40% degli immobili o degli interventi abusivi colpiti da ordinanza di abbattimento.

Male, invece, il Sud Italia che, a parte la Basilicata con un 26% delle ordinanze di demolizioni eseguite, vede la Puglia piazzarsi in fondo alla classifica con un misero 4%, preceduta dalla Calabria (11,2%), dalla Campania (19,6%), dalla Sicilia (20,9%) e dal Lazio (22,6%). “Da ricordare sugli abbattimenti su Ischia, l’operato del magistrato Aldo De Chiara- sottolinea Legambiente- molto impegnato per il ripristino della legalità sull’isola e oggetto di minacce”.

Un’Italia fragile

Un’Italia fragile. un territorio reso ancora più rischioso dall’emergenza climatica in atto, che moltiplica l’intensità e aumenta la frequenza dei fenomeni meteorologici estremi, che accrescono il pericolo. In Italia, ricorda Legambiente, accelerano gli eventi climatici estremi, nei primi dieci mesi del 2022 toccando quota 254 fanno segnare addirittura un +27% rispetto all’anno precedente. Il clima peggiora. Preoccupa il bilancio degli ultimi 13 anni: dal 2010 al 31 ottobre 2022 registrati 1.503 fenomeni estremi, 780 i comuni colpiti e 279 le vittime. Per quanto riguarda la Campania, invece, da inizio 2022 nella regione si sono registrati 18 eventi climatici estremi, 6 solo nel mese di novembre. Salgono, inoltre, a 100 i fenomeni estremi monitorati nella regione campana dal 2010 fino ai primi giorni di novembre 2022, tra questi sono 38 i casi di allagamenti e alluvioni e 4 le frane da piogge intense. Preoccupanti anche i dati sull’abusivismo edilizio in Campania. L’associazione ambientalista, in particolare ad Ischia sono circa 600 le case abusive colpite da ordinanza definitiva di abbattimento sull’isola maggiore dello splendido arcipelago partenopeo.

Fonte www.dire.it

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