La sentenza del processo a carico di dom Pietro Vittorelli, ex abate di Montecassino, è prevista per il 16 maggio 2023. Ieri, nel palazzo di Giustizia di piazzale Clodio a Roma, si è svolta un’udienza interlocutoria nel corso della quale è stata fissata la data della discussione.
Il dibattimento verte sulle indagini svolte dalla Procura capitolina e dalla Guardia di Finanza e che vedono coinvolti l’alto prelato e suo fratello Massimo accusati di aver sperperato oltre 500.000 euro, destinati ai meno fortunati, in spese folli tra viaggi e stile di vita extralusso. All’oggi abate emerito i magistrati contestano l’appropriazione indebita mentre suo fratello deve rispondere di riciclaggio avendo un conto cointestato.
Il ‘Montecassino gate’ scoppia nel 2015 quando le fiamme gialle di Roma sequestrano 4 conti bancari e di 2 case intestate a Pietro e Massimo Vittorelli che risultano ufficialmente indagati. Le indagini hanno preso il via dopo un’operazione bancaria sospetta che fa accendere il campanello d’allarme. “Opere caritatevoli che non facevano tornare i conti – sottolinea il gip Passamonti nell’ordinanza – attraverso cui l’ex abate avrebbe distratto i fondi sia della diocesi che dell’abbazia. Un’accusa che è sempre stata ritenuta infondata sia dai fratelli Vittorelli, che dagli avvocati Sandro Salera, Antonio Bartolo e Mattia La Marra.