Ci sono un contratto pubblico, un servizio essenziale, un’offerta vincente e una serie di domande ancora senza risposta. Gli ingredienti ci sono tutti per un caso che potrebbe far discutere a lungo. E mentre la Guardia di Finanza scandaglia carte e testimonianze, cresce il sospetto che qualcosa, nella gestione dell’appalto per la stampa e la distribuzione dei materiali per l’ASL di Frosinone e Latina, non sia andato esattamente secondo copione.
La gara, aggiudicata a una nota azienda romana nel 2023 per oltre 400mila euro, avrebbe dovuto garantire un servizio strutturato, con postazioni dedicate, macchinari di ultima generazione e personale qualificato. Ma, stando a quanto trapelato, quegli impegni sarebbero rimasti, almeno in parte, sulla carta.
A far scattare il primo campanello d’allarme sarebbe stata una segnalazione da parte di una delle aziende escluse dalla gara, seguita da verifiche sul campo che avrebbero rivelato più di una incongruenza. Alcuni dipendenti dell’ASL, sentiti dagli investigatori coordinati dalla Procura di Frosinone, avrebbero riferito che il servizio sarebbe stato svolto da sedi esterne, in contrasto con quanto previsto. E poi c’è quel centro stampa – realizzato solo nel 2024 – che, secondo alcuni, sembrerebbe più un allestimento di facciata che un vero e proprio polo operativo.
Nel frattempo, pare che i pagamenti alla società siano proseguiti regolarmente. Anche questo dettaglio non sarebbe passato inosservato agli occhi della Procura, che ora si starebbe interrogando anche sul ruolo di alcuni dirigenti della stessa ASL. Se davvero erano informati delle difformità, perché nessuno avrebbe agito?
Al momento si procede con cautela. Le indagini sono ancora in corso e ogni valutazione definitiva è, per forza di cose, prematura. Ma la sensazione è che questo appalto potrebbe diventare un caso emblematico di come, talvolta, la forma prevalga sulla sostanza.