La convenzione per l’attivazione del primo step dell’area vasta di Frosinone, premessa per un accesso diretto ai fondi europei grazie al numero di cittadini residenti coinvolti, è alla firma in questi giorni dei sindaci di 10 Comuni dell’hinterland: Alatri, Arnara, Ceccano, Ferentino, Morolo, Patrica, Pofi, Ripi, Supino, Torrice oltre che ovviamente del capoluogo. “E’ un progetto – annota il sindaco Riccardo Mastrangeli – che ho inserito nel programma elettorale quando mi sono candidato a primo cittadino perché è un punto di forza. Infatti i comuni sotto i 50mila abitanti (e il capoluogo ne ha circa 46mila) non possono accedere direttamente ai finanziamenti europei. Proprio per questa motivazione di risorse comunitarie la città ed il territorio ne ha perse tante. Nasce da me questa volontà di mettere insieme i centri della nostra area per poter andare ad una captazione diretta delle risorse. Poi, cammin facendo e cercando di avere soddisfazione dai fondi ricevuti, si possono mettere a sistema una serie di servizi comuni, dagli scuolabus alla raccolta e smaltimento rifiuti. Insomma per dialogare con l’Europa un conto è muoversi per 120mila abitanti e un conto per soli 46 mila”.
Con 120mila abitanti da servire, dialogo diretto con l’Europa
La convenzione in via di approvazione (firma dei sindaci e voti in giunta ed in consiglio comunale) impegna tutti i centri aderenti ad andare in maniera coordinata e unitaria al percorso della condivisione in ordine alle politiche economiche europee. “Questa è l’area vasta – precisa il sindaco Mastrangeli – che non è né la grande Frosinone né un altro tipo di aggregazione. Ha un determinato e specifico indirizzo: prendere fondi Ue. In questa prospettiva vanno verificate le condizioni per condividere le strategie per i servizi comuni”.
Il testo della convenzione prevede l’istituzione di un Servizio Europa di Area Vasta fra gli 11 comuni interessati. Ci sarà un ufficio intercomunale, guidato direttamente dai sindaci e supportato da una struttura tecnica, che si occuperà di individuare ed ottenere fondi rispetto ai progetti e servizi da finanziare. L’utilizzo dello strumento della convenzione, poi, non è casuale: infatti – lungi dall’alimentare rivalità e campanilismi – rappresenta il mezzo più semplice e meno vincolante per i Comuni, avendo uno scopo ben definito ben lontano da una unione di Comuni. In pratica parliamo dell’istituzione di un ufficio Europa intercomunale. Il consigliere comunale socialista Vincenzo Iacovissi è alla presidenza della commissione speciale Area Vasta (di cui fanno parte Corrado Renzi, Alessia Turriziani, Christian Alviani e Fabrizio Cristofari, segretaria Anna Galassi) e vede concretizzarsi in queste settimane un primo lavoro impostato due anni fa: “Dal punto di vista politico – spiega – la convenzione ha un grande significato perché comunque costruiremo un’area di aggegazione con più di 120mila abitanti, e sarebbe un primo esperimento concreto di cooperazione rafforzata sull’accesso a fondi europei, materia decisiva per ottenere e utilizzare risorse pubbliche e che interessa in maniera decisa tutte le amministrazioni comunali”.
Prima audizioni coi sindaci e poi sedute congiunte: quindi l’ok di tutti
La commissione speciale Area Vasta ha preliminarmente ascoltato singolarmente i sindaci dei Comuni che potevano essere interessati e coinvolti nel progetto, per giungere a tre audizioni congiunte con tutte le amministrazioni coinvolte: il 21 febbraio, il 12 giugno ed il 16 settembre scorso. Va detto che le elezioni ed il cambio di amministrazione a Veroli hanno per il momento lasciato fuori dall’iniziativa l’amministrazione di Germano Caperna, per la quale restano tuttavia le porte aperte. I due anni di lavoro di Iacovissi e colleghi si concretizzeranno – se la tempistica verrà rispettata – entro la fine dell’anno, quando – una volta giunte le 11 convenzioni sottoscritte e varate da esecutivi e consigli – sarà formalizzata la stipula del documento finale da parte di tutti i sindaci e si potrà procedere ad attivare il Servizio Europa a partire dal primo gennaio 2025. “Non posso certo celare l’auspicio – ha puntualizzato il consigliere Iacovissi – che si possa integrare la collaborazione dei Comuni dell’Area Vasta con ulteriori convenzioni su altri settori. Bisognerà vedere i risultati dell’ufficio Europa e, se come pensiamo saranno positivi, potremo sviluppare ulteriori processi. Intanto saranno i sindaci a decidere come gestire le risorse europee affiancati da tecnici. Di certo vediamo avviarsi, per la prima volta, un percorso sinergico tra i Comuni del nostro territorio”.
Ma l’Unione del Frusinate resta un punto da mettere in programma
In prospettiva resta, ovviamente almeno a medio termine, l’avvio di un processo di integrazione vera e propria delle municipalità. Lo studio sulla competitività dei sistemi territoriali, affidato all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” a suo tempo dalla giunta Ottaviani, evidenziò un ambito di area vasta di valenza metropolitana che, “con il coinvolgimento di 8 comuni contermini conferma la possibilità di istituire una dimensione tra le più grandi tra quelle nazionali. L’Unione del Frusinate raggiungerebbe nei rapporti socio-economici, estensione adeguata in relazione all’offerta di servizi generali rispetto alle esigenze prioritarie del sistema produttivo, degli investitori e dei cittadini”.
Se da una parte verranno rispettate le identità dei singoli comuni, nascerà un agglomerato policentrico in grado di confrontarsi con il sistema della Capitale, prima di tutto con Latina e provincia. A questo punto si potrebbe parlare su un diverso piano della possibilità di mettere a sistema “aree caratterizzate da una significativa volontà di integrazione socio-economica”. Nella riunione di giunta del 12 luglio 2019, in pratica l’ex primo cittadino recepì e sostenne la proposta dell’Unione degli industriali e delle imprese di Frosinone, di realizzare una vera e propria federazione tra più comuni confinanti. Ma tutto questo resta ancora, dopo cinque anni, solo un argomento da scrivere nei programmi elettorali della prossima amministrazione comunale.