Ater, riscossione coattiva dei crediti: ora si passa all’azione contro gli utenti morosi

Il commissario straordinario Antonello Iannarilli: "Abbiamo un tasso di morosità del 70%. L'Ente è sull'orlo del default"

Avviate con successo le operazioni propedeutiche alla riscossione coattiva dei crediti. Costituito un gruppo di lavoro con un focus chiaro: ricerca, ricostruzione e analisi approfondita delle situazioni debitorie degli utenti. Un impegno gravoso ma cruciale per fornire dati certi e incontrovertibili destinati all’ente di riscossione al quale sarà affidato l’incarico.

È tempo di passare all’azione – afferma il Commissario straordinario –, come preannunciato e ribadito nelle campagne di comunicazione di questi mesi, dopo aver dato la possibilità agli utenti di regolarizzare la propria posizione debitoria, attraverso la rateizzazione delle somme, con piani che permettevano la dilazione fino a 72 mesi, hanno preso il via le necessarie operazioni propedeutiche per la riscossione coattiva.

All’Ater di Frosinone, ci troviamo in una condizione che ha del paradossale: un tasso di morosità del 70% che si traduce nel mancato incasso dei crediti dovuti, quindi, in una penuria cronica di fondi per portare avanti le attività ordinarie, che va a sommarsi ad una carenza di organico non trascurabile, le unità di personale a disposizione, infatti, sono quarantaquattro, quando invece la dotazione ne prevederebbe settantuno, ciò significa un aggravio per l’espletamento delle attività ordinarie. L’Ente è sull’orlo del default e le azioni da mettere in campo devono essere incisive e tempestive. A seguito dell’autorizzazione da parte del MEF alla riscossione coattiva mediante ruolo, la scelta è ricaduta inevitabilmente sulla costituzione di un gruppo di lavoro, composto da unità di personale interno con il compito di dedicarsi a pieno regime alla ricostruzione delle posizioni debitorie degli utenti. Attività, questa, senza la quale sarebbe impensabile poter procedere oltre, poiché non si avrebbe certezza né delle somme né della loro esigibilità.

C’è però un aspetto particolarmente grave in questo scenario: all’interno dell’Ater di Frosinone non c’è mai stata certezza circa la situazione debitoria degli inquilini: oltre 6.500 utenti, quindi circa 4.500 pratiche da verificare e analizzare, il che equivale a dover effettuare in prima battuta un’estrapolazione, fascicolo per fascicolo, di ogni posizione, successivamente procedere ad un’analisi puntuale ed approfondita che accerti il credito e se questo sia incassabile, in ultima istanza fornire le risultanze all’ente di riscossione per i successivi adempimenti. È doveroso aggiungere – prosegue Iannarilli – un dettaglio non trascurabile, ossia, che si parla di fascicoli cartacei: i processi di digitalizzazione dell’Ater di Frosinone, previsti dalla normativa sulla PA, non sono stati mai avviati dalle vecchie amministrazioni. Questa è l’ennesima criticità da affrontare e di cui questa amministrazione si sta occupando con grande attenzione, che, però, si ripercuote sul funzionamento amministrativo, incidendo sul lavoro ordinario e su tutte le procedure in essere. Per non parlare, poi, dello sperpero di somme consumatosi finora a causa della mancata informatizzazione e digitalizzazione dell’Azienda. Pertanto, un progetto che già di per sé non è di immediata esecuzione, nella pratica, risulta ancora più impegnativo, ma essenziale per il bene dell’Ente. L’obiettivo resta sempre quello di rendere più efficiente e trasparente un’Azienda abbandonata a se stessa e gestita in maniera dubbia per decenni, attraverso il ripristino di procedure chiare ed efficaci che siano garanzia di legalità per i cittadini”. – Conclude Antonello Iannarilli.

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