Un delicato intervento alla schiena per rimuovere una pericolosa ernia che ha rischiato di renderla paralizzata per sempre. A restare vittima del grave episodio un’avvocatessa del Foro di Cassino, una donna che poi è stata salvata e curata in un centro specializzato di Pozzilli, in provincia di Isernia.
La professionista, consapevole dell’importanza dell’operazione, aveva deciso di utilizzare la convenzione che l’Ordine degli Avvocati di Cassino ha con una nota e prestigiosa clinica romana. Una degenza a pagamento costata alla donna oltre 11mila euro e che è finita nel peggiore dei modi. Nelle ore successive all’intervento alla schiena, però, ha iniziato a patire atroci dolori che i medici capitolini hanno classificato come di routine. La paziente è stata poi dimessa in tutta fretta. Il dramma per il legale è iniziato appena arrivata una volta a casa. Con l’impossibilità a muoversi e la presenza costante di fitte nella zona lombare. Per questo è stata trasferita al pronto soccorso di Cassino e poi ricoverata a Pozzilli dove i medici sono dovuti nuovamente intervenire.
Secondo quanto accertato dalla procura di Roma, a cui la paziente si è rivolta presentando regolare denuncia, il professore che la “sottoponeva, senza peraltro previo ed adeguato consenso informato, ad un intervento chirurgico con tecnica non indicata dalle buone pratiche clinico assistenziali che prediligono per i casi come quelli della paziente, tecniche di decompressione diretta della radice tramite l’asportazione dell’ernia. A seguito di tale erronea scelta della tecnica chirurgica e della non corretta esecuzione dell’intervento, si rendeva necessario un secondo intervento chirurgico eseguito in altra struttura”.
La prima udienza a carico del professore che ha operato la sfortunata paziente, che nel frattempo è stato rinviato a giudizio, si terrà il prossimo 25 ottobre. La donna si costituirà parte civile attraverso il collega avvocato Andrea Coletta.