Barbara, la storia dell’orsa senza confini

L'orsa ora ha nuovamente un radiocollare GPS che consentirà di monitorare i suoi spostamenti nei prossimi mesi

Si chiama Barbara (F.129) ed era già stata catturata in passato. È un’orsa che ora ha nuovamente un radiocollare GPS che consentirà di monitorare i suoi spostamenti nei prossimi mesi, poiché è stata catturata nei giorni scorsi nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio (RNRMGAG) dopo un attento monitoraggio che ne aveva rilevato la presenza nei boschi sopra Pettorano sul Gizio. Un territorio che l’orsa frequenta con una certa assiduità e che si accentua nel periodo dell’iperfagia, la fase durante la quale gli orsi mangiano molto per accumulare grasso prima dell’ibernazione invernale, confermando la grandissima importanza di quest’area per la popolazione di Orso bruno marsicano, ad oggi, una delle principali aree di espansione dall’areale storico del Parco nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM).

“Barbara è una femmina di circa 8 anni, pesa 138 chili – un peso considerevole per una femmina di orso – e, da oggi, grazie ai dati raccolti dal radiocollare potrà aiutarci ad acquisire informazioni importanti anche sul processo di espansione della popolazione dove, in definitiva, si gioca la partita della conservazione di questa specie. Dati concreti, acquisiti dai tecnici delle due aree protette in grado di mostrare spostamenti, abitudini, e anche le criticità che l’orsa incontrerà sul suo cammino prima di iniziare l’ibernazione invernale, così come al suo risveglio fino al periodo riproduttivo primaverile, che potrebbe segnare l’avvio di una nuova fase e, magari, la nascita di cuccioli. -Spiegano gli esperti del PNALM-

Già in passato la presenza del radiocollare ci aveva indicato che Barbara stava svernando in un sito fuori dalle aree protette in un’area usata per l’addestramento dei cani da caccia. Grazie alla presenza del collare, al lavoro sinergico degli enti e alla collaborazione con i cacciatori fu possibile posticipare il periodo di addestramento e lasciare l’orsa indisturbata. Per gli orsi, gli spostamenti, e con essi le esigenze di conservazione e di gestione, richiedono capacità di vedere e pensare oltre i confini amministrativi, che siano del Parco o della Riserva, tutti concetti superati dall’indole del plantigrado, abituato a muoversi in cerca di cibo e di luoghi sicuri, senza troppo chiedersi quali e quanti confini amministrativi debba attraversare. Abitudini che richiedono agli uomini di organizzarsi affinché tra confini amministrativi diversi ci sia sinergia e la stessa capacità di gestione.

La cattura di Barbara è il frutto, l’ennesimo, di una buona sinergia tra alcuni dei principali Enti preposti alla tutela ed alla conservazione dell’orso marsicano su scala vasta, pensata, organizzata, e realizzata tra i tecnici del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che hanno gestito la cattura e l’applicazione del radiocollare, in collaborazione con i tecnici della Riserva, che hanno rilevato la presenza dell’orsa e l’hanno monitorata nelle settimane antecedenti.

Una sinergia che ha portato frutti e che rappresenta solo uno dei risultati dell’intensa e proficua attività di collaborazione tecnico-istituzionale che gli Enti hanno messo in campo, a partire dalla sottoscrizione della Carta del Genzana (PNALM, Parco Maiella, Riserva Monte Genzana e Legambiente). Una collaborazione che si è sviluppata con la Rete di Monitoraggio dell’Orso bruno marsicano in Abruzzo e Molise; la diffusione capillare di sistemi di prevenzione dei danni; la creazione di gruppi di intervento; il coordinamento delle ricerche scientifiche; la realizzazione del progetto life Bear Smart Corridors, che coinvolge anche altre associazioni (Rewilding Europe, Rewilding Apennines, Salviamo l’Orso) e aree protette (Parco regionale Sirente Velino e Parco nazionale del Gran Sasso). Un sistema di supporto vicendevole e duraturo che mira a consolidare le condizioni migliori possibili per la sopravvivenza dell’orso in un areale che, finalmente, sembra essere in graduale espansione”.

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