Caso Ruberti, l’indagine prosegue: ascoltate altre due persone

Gli inquirenti hanno sentito un uomo e una donna. Intanto Fratelli d'Italia accusa Zingaretti di latitanza su tale vicenda

Caso Ruberti, continuano le indagini della Procura della Repubblica di Frosinone per far luce su cosa abbia davvero scatenato la lite tra l’ex capo di gabinetto del sindaco di Roma, il primo cittadino di Giuliano di Roma, Adriano Lampazzi, e il broker assicurativo Vladimiro De Angelis, in un ristorante del centro storico capoluogo.  L’inchiesta resta aperta.

Anche oggi, infatti, due persone sono state ascoltate dagli inquirenti. Si tratta di un uomo e una donna. Nulla, però, trapela dalle strette maglie del riserbo investigativo. Il titolare dell’indagine, il sostituto procuratore Adolfo Coletta, ha infatti apposto il segreto istruttorio al fascicolo aperto in merito alla cosiddetta ‘cena dei veleni’. Diversi ancora gli aspetti da chiarire. Ovvero se le parole di Ruberti nascondano notizie di reato, oppure se si sia trattato di uno sfogo oltre misura, ma anche se il video che immortala la serata sia stato usato come arma di ricatto.

Intanto resta alta la tensione anche sul fronte politico. Ad alzare i toni il gruppo regionale di Fratelli d’Italia. “Da biasimare l’arroganza del Presidente del Lazio – evidenziano – che fino agli ultimi giorni di mandato continua sottrarsi al confronto democratico e politico con le opposizioni, a non dare spiegazioni su procedure ed atti sul sistema di potere del Partito Democratico nella regione. Non vogliamo in alcun modo sostituirci all’autorità inquirente, ma Zingaretti deve rendere conto dell’operato delle persone che lui ha nominato e che ricoprono incarichi amministrativi apicali al vertice del Consorzio Industriale. Anche questa volta, come altre volte, non si è presentato in Aula alla Pisana, nonostante fosse stata esplicitamente richiesta la sua presenza al Consiglio Regionale straordinario, sollecitato da Fdi per avere chiarimenti in merito alle interpretazioni fatte dalla stampa su i possibili scenari che potrebbero essere all’origine della lite di Frosinone tra esponenti del Pd. Se non ha più tempo e voglia di occuparsi dei tanti problemi della Regione Lazio può dimettersi e dedicarsi ad altro”.

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