È stato un po’ un match “sindaco contro i due principali competitor” affiancato dall’esposizione ordinata dei programmi delle due candidate: questa per linee generali l’impressione emersa dal confronto svoltosi ieri alla Sala San Benedetto della Banca Popolare del Cassinate, condotto da Il Messaggero. Enzo Salera è stato ripetutamente ironico con Arturo Buongiovanni e Giuseppe Sebastianelli ma ha anche dovuto incassare diversi colpi nel merito delle cose dette cinque anni fa e non fatte o di alcuni argomenti amministrativi di stretta attualità. Insomma a voler dare un giudizio complessivo, il primo scambio diretto fra i cinque candidati sindaco di Cassino non ha visto prevalere nettamente nessuno, pur essendo emersi soprattutto i due rappresentanti di centrosinistra e centrodestra. Sebastianelli (polo civico) ha mostrato il volto dell’amministratore del passato che comunque negli ultimi anni non ha avuto nulla a che vedere con la gestione comunale e vuol imprimere una svolta “popolare”. Polidoro (Libellula e Jammy) e Palumbo (Cassino Popolare) hanno portato a casa la sottolineatura delle proprie posizioni programmatiche, senza scendere in nessuna delle polemiche che pure non sono mancate nel corso del dibattito.
Rispunta il progetto Vecchia Cassino, soldi per riparare i marciapiedi
“Parroco di campagna”, “uno che viene da Coreno”, “comparso a Cassino da tre mesi”, “fa il comizio qui perché ai suoi non va nessuno”: il sindaco Enzo Salera s’è sicuramente divertito ad usare sarcasmo principalmente contro il candidato del centrodestra Arturo Buongiovanni. L’altro nel suo mirino, anche se molto meno quanto ad intensità di invettive, è stato Giuseppe Sebastianelli apostrofato “cugino di campagna” che quando è stato al potere in Comune “ha costruito un marciapiedi al fianco di un campo di mais”. Si sono salvati dagli strali ironici del primo cittadino le due candidate Paola Polidoro e Maria Palumbo.
Ma andiamo per odine, partendo dal primo cittadino che ha sfoderato anche alcune novità amministrative. Ha annunciato che nell’ultima settimana di campagna elettorale illustrerà la progettazione per il recupero della Vecchia Cassino, ha ricordato di aver investito 10,5 milioni di euro nelle periferie contro i 4 e qualcosa per il centro città, ha anche avvertito di aver reperito due milioni per interventi di sistemazione dei marciapiedi che saranno messi in cantiere dal 10 giugno (data nella quale mostra sicurezza sul fatto che sarà confermato al suo posto sin dal primo turno). Ha ribadito la decisione di andare avanti sul progetto di un edificio in vetro ecocompatibile all’ex Campo Miranda, ha parlato dell’approvazione della variante urbanistica che consentirà alla Virtus di realizzare il nuovo Palasport ed ha detto che martedì 4 giugno dal notaio il Comune ed il privato interessato sottoscriveranno l’atto di cessione dei diritti di superficie dell’area del rudere che non è mai diventato piscina comunale. Ha ricordato, tra l’altro, la ristrutturazione dell’ex Colonia solare che diventerà ostello della gioventù e che sarà a servizio anche della promozione del turismo dei cammini. “Salera ha dimostrato di saper amministrare – ha scandito nell’appello al voto, parlando in terza persona di se stesso – e lo dicono i fatti non le chiacchiere”.
Attenti alla vera cementificazione: gli 11 palazzi in via Folcara
Buongiovanni è partito subito all’attacco ricordando come il programma elettorale di Salera sia speculare a quello suo già presentato nel 2019: “idee ricopiate dal passato”. Ha avanzato alcune proposte come il festival della pace e la progettualità per una città comunitaria e relazionale che riconnetta un tessuto urbano e sociale che vede la frattura tra centro e periferie. Ha denunciato la mancanza di centri di aggregazione nei quartieri e nelle frazioni ed ha sottolineato la necessità di creare i parchi di comunità e dar vita ad una città policentrica. Confermato l’intento di ripristinare il mercato ortofrutticolo (con servizi igienici pubblici) all’ex Campo Miranda, realizzare una casa dei giovani al centro di Piazza Labriola trasformata in giardino verde. Alle accuse di voler cementificare, il candidato del centrodestra ha ricordato al primo cittadino che le vere colate sono quelle che l’amministrazione uscente sta promuovendo con la lottizzazione da 11 palazzi alla Folcara. Si è poi chiesto che fine abbia fatto la città dello sport da 50 milioni di euro che, cinque anni fa, Salera aveva illustrato con relative slide. Altro colpo agli amministratori uscenti sulla situazione sanitaria disastrosa e sulle carenze pesanti del “Santa Scolastica” rispetto alle quali, durante il governo Zingaretti, da Piazza De Gasperi si sarebbe notato solo un lungo silenzio. “Bisogna voltare pagina – ha detto nell’appello finale agitando il nastrino celeste della riconciliazione cittadina -: serve una politica che stia in mezzo alla gente. Dobbiamo ripartire dal rapporto umano, dall’ascolto e dalla prossimità tra politica e cittadinanza”.
Dubbi sulla correttezza dei lavori in centro, incluso il materiale usato
Sebastianelli ha esordito mettendo al primo punto la riorganizzazione della macchina amministrativa: “Coi servizi si danno risposte ai cittadini e si possono riavvicinare le periferie al centro”. Ha proposto la creazione di un consorzio del turismo del cassinate e la costruzione di un polo logistico in un’area libera a ridosso del casello A1. Ha ricordato di essere stato il primo fra i candidati a sindaco ad aver sottolineato il problema delle periferie. Si è difeso sul marciapiedi di via Folcara: “In quel tratto di strada – ha ricordato – non c’era granturco ma una via stretta che adesso consente agli autobus di far scendere e risalire gli studenti”. Ha attaccato sulla ristrutturazione del centro: “Hanno deciso di chiudere il Corso della Repubblica dopo aver realizzato un’opera senza collaudo e che non risponde alle legislazioni vigenti”. Ha denunciato l’esistenza di barriere architettoniche ed ha fatto balenare l’inidoneità del materiale utilizzato. “Campo Miranda e Piazza Green non vanno toccati, sono necessari alla città così come sono”. Sebastianelli è tornato ad attaccare l’amministrazione sull’intento di vendere la farmacia comunale a San Bartolomeo, bloccato dal Tar. Si è poi difeso sul piano personale: “È sempre facile offendere – ha detto – con quel “sei cugino di campagna”. È il modo con cui mi viene rivolta quella frase che un po’ di scoccia. Lei ogni volta che fa un intervento parla del passato. Seguendo un Consiglio comunale – ha aggiunto riferendosi alla polemica sulla “feccia” – ho sentito una delle cose più fastidiose: io non mi sono mai permesso di dire cose simili a nessuno”. Ha infine invitato a votare per il “Polo dell’emozione e della sensibilità nei confronti di una città che ha bisogno di trovare serenità e tranquillità politica e amministrativa”.
Piano di aiuto alle famiglie in difficoltà e isola verde in Piazza Labriola
Paola Polidoro ha esordito parlando della necessità di mettere a punto un’offerta turistica integrata, ha sottolineato la carenza di servizi al cittadino specialmente per chi abita in zone di campagna isolate, ha denunciato l’inciviltà che continua a far proliferare mini discariche su tutto il territorio comunale. A Cassino poi, secondo la candidata sindaca, mancano spazi naturalistici e viali alberati e per questo Piazza Labriola deve diventare un’isola verde. Ha chiesto spiegazioni su dove finiscano i soldi raccolti con la tassa di soggiorno. Ha proposto un piano di aiuto alle famiglie in difficoltà partendo dai 578 nuclei che ricevono dall’Inps assegno di inclusione e dai 71 supportati per la formazione ed il lavoro. Polidoro ha esposto un piano basato sull’utilizzo di 60mila euro da spalmare sulle famiglie in difficoltà, prelevandoli dal ristoro che paga Acqua Campania al Comune di Cassino (che ammonta complessivamente a 104mila euro).
Quell’idea di città della pace, dell’acqua pubblica e della Terra di Lavoro
Maria Palumbo alla fine è risultata l’unica ad agitare ancora la bandiera della difesa dei beni comuni a partire dal ritorno alla gestione pubblica dell’acqua e dello stesso acquedotto comunale. “Abbiamo elaborato un programma elettorale semplice – ha spiegato – che vuol restare vicino alle esigenze primarie del cittadini”. Ha parlato del piano di ripristino delle mulattiere cancellate dall’ultima guerra e dell’istituzione di un tavolo della pace. Iniziative volte a creare anche sviluppo turistico nel segno della riconciliazione tra i popoli che hanno versato il sangue dei loro giovani sulla Linea Gustav e soprattutto proiettate nella drammatica attualità dei fronti dell’Ucraina e del Medio oriente. Ha sottolineato l’abbandono di intere periferie come quelle di Selvotta, Sant’Antonino e San Michele. “Qua si pensa a progetti faraonici – ha sbottato ad un certo punto – ma qui manca il lavoro e bisogna aiutare gli ultimi”. Ha ricordato la figura di Pietro De Feo e sottolineato l’importanza dello sport proponendo l’istituzione di uno sportello comunale ed un sostegno alle famiglie con limitate disponibilità economiche per incentivare l’attività fisica di giovani e anziani. Ha concluso con l’appello per “Cassino affinché diventi Città della Pace, dell’Acqua Pubblica e della Terra di Lavoro”.