Cassino – Attentati incendiari, blitz della polizia: tre arresti e perquisizioni a tappeto – L’aggiornamento

Due giovani sono stati arrestati per gli attentati incendiari: anche un noto legale, a seguito di perquisizione, è finito nei guai

Cassino – Tre attentati in pochi giorni che hanno terrorizzato la città durante lo scorso mese di maggio. Subito scattarono le indagini della Polizia. Gli agenti del locale commissariato, coordinati dalla Squadra Mobile della Questura di Frosinone, questa mattina hanno messo a segno un’importante operazione sul territorio. Tre gli arrestati: per un giovane, classe ’98 residente a Piedimonte San Germano, si sono aperte le porte del carcere; un altro, residente a Sant’Apollinare, classe 1995, è finito ai domiciliari. Nell’ambito delle perquisizioni, mediante l’ausilio delle unità cinofile anti-droga e anti-esplosivo della Polizia di Stato, sono state rinvenute diverse decine di grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina nello studio di un noto avvocato del Foro di Cassino, classe 1985. Pertanto, il legale è stato arrestato e denunciato alla competente A.G. per la fattispecie di cui all’art. 73 d.p.r. 309/90 (Testo Unico Stupefacenti). Una misura che, dunque, esula da quelle contenute nell’ordinanza del Gip del Tribunale di Cassino che ha fatto scattare il blitz nella mattinata.

Gli attentati incendiari, secondo quanto ricostruito nell’ordinanza, sarebbero nati anche per questioni sentimentali oltre che per vicende legate alla criminalità locale. L’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, ha consentito di collegare i fatti ad altri episodi delittuosi: una serie di eventi che vedono coinvolti gruppi avversi di personaggi residenti nel cassinate, già noti agli uffici di polizia poiché dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il primo ordigno fatto esplodere mandò in frantumi la finestra di un’abitazione, il secondo episodio danneggiò un’Audi parcheggiata in via Monte Cairo. L’esplosione più eclatante ha riguardato una pizzeria sita nel Rione Colosseo. Le intercettazioni hanno permesso di ricostruire chi c’era dietro gli attentati e quale fosse il movente. “…Un po’ di bombe da piazzare ai danni di alcune persone che avevano avuto contatti con la ex moglie di uno degli arrestati…”. Dall’ordinanza emerge anche che gli arrestati fossero coinvolti in un giro di sostanze stupefacenti.

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