Tre avvocatesse aggredite nell’ambito dello stesso procedimento che vede come imputati medici ed infermieri per un presunto omicidio colposo. Ancora una volta ad inveire e minacciare il legale di alcuni degli imputati, sono i rappresentanti della parte civile. Un comportamento deplorevole, quello che si è ripetuto nei giorni scorsi in tribunale a Cassino, e che è stato stigmatizzato dal presidente della Camera Penale di Cassino, l’avvocato Improta, che in una nota stampa “esprime la propria vibrante ed incondizionata solidarietà alla collega Costanza De Vivo, vittima di una vile e ingiustificata aggressione perpetratasi nel pomeriggio del 15 febbraio 2023 prima in Tribunale, nell’aula di udienza, poi protrattasi anche nello spazio antistante l’ingresso del Palazzo di Giustizia. La collega, impegnata nella difesa nell’ambito di un processo per responsabilità medica, è stata pesantemente minacciata e offesa mentre svolgeva il proprio ministero defensionale. Altresì, nel caso di specie, l’aggressione è stata perpetrata proprio nell’aula di udienza, luogo sacralmente deputato al leale e dialettico confronto tra le parti”.
“Nell’ambito di questa vicenda processuale – prosegue la nota – anche altre colleghe hanno subito dagli stessi soggetti, ingiurie e minacce. Purtroppo nel nostro Paese la cronaca riporta sempre più spesso inquietanti episodi di avvocati intimiditi, minacciati, insultati gratuitamente per il sol fatto di aver svolto con lealtà ed impegno il mandato difensivo. Ci troviamo, nei tempi odierni, a raccogliere il “frutto avvelenato” di un becero e volgare giustizialismo, sapientemente propinato dai media e da certa politica che ritiene il difensore un complice o, peggio, un sodale dell’imputato compiendo questa agghiacciante equazione: avvocato dell’accusato uguale delinquente come il cliente. Il clima così sapientemente avvelenato fa perdere di vista la imprescindibilità della funzione difensiva nutrendo, invece, con crasso livore, la pancia ma non il cervello dell’opinione pubblica”.
E ancora: “Le garanzie riconosciute all’imputato e al proprio difensore esprimono la misura del tasso di libertà e democrazia di uno Stato liberale, attento alle garanzie di tutti gli individui ritenuti colpevoli sono con sentenza irrevocabile. La Camera penale di Cassino terrà sempre desta l’attenzione su tale grave problema perché ad un avvocato a cui verrà impedito di difendere corrisponderà sempre un cittadino a cui lo Stato avrà negato il diritto di difesa ma, peggio ancora, ne avrà disconosciuto la dignità di persona. Infine, esortiamo il Presidente del Tribunale e le Autorità preposte ad intensificare il presidio delle Forze dell’Ordine soprattutto durante processi “sensibili” come quello in cui è impegnata la collega, in cui, spesso, la tensione esondai limiti di tollerabilità tracimando in una palese manifestazione di violenza”.