Cassino torna a fare i conti con la paura. Nella serata di sabato 13 dicembre, una nuova ondata di furti ha colpito diverse abitazioni, in particolare nella zona Folcara, tra cui via Cocciuto. Case violate, sicurezza compromessa, famiglie costrette a rientrare tra mura improvvisamente estranee. Ma in uno di questi episodi, il danno subito va ben oltre il valore materiale della refurtiva.
Ignoti si sono introdotti in un’abitazione e hanno portato via una cassaforte. All’interno non c’erano contanti o beni di grande valore economico, bensì gioielli appartenuti a una madre scomparsa cinque anni fa, morta a soli 59 anni a causa di una grave malattia. Oggetti custoditi con cura per una vita intera e diventati, dopo la sua morte, l’unico patrimonio rimasto ai figli: la memoria.
Anelli, collane, piccoli monili che raccontavano una storia fatta di sorrisi, ricorrenze, affetti. «Non erano gioielli da esibire – spiegano i familiari – ma frammenti di vita». Per questo la famiglia ha scelto di rompere il silenzio e lanciare un appello pubblico, affidato a una lettera che in queste ore sta commuovendo l’intera comunità.
Nessuna accusa, nessun rancore. Solo una richiesta che arriva dritta al cuore: restituire anche solo una parte di ciò che è stato portato via. Un gesto di pietà, chiedono i figli, che non pretendono spiegazioni né vogliono che qualcuno si esponga. Gli oggetti potrebbero essere lasciati in forma anonima in una chiesa di Cassino.
«Per chi li ha rubati possono sembrare oggetti da rivendere – scrivono – per noi sono respiro, battito, vita». Un appello che trasforma un fatto di cronaca nera in una storia di profonda umanità e che riaccende l’attenzione su una città sempre più preoccupata per la sicurezza, ma anche capace di fermarsi davanti al dolore altrui.