Lo definiva il ‘sistema Cassino’. Un ‘sistema’ fruttuoso che lo portava a vantarsi con gli amici più stretti: “In un giorno ho incassato 60 mila euro”. A tradire Giancarlo Baglione, il 36enne sorano titolare della scuola paritaria Cervantes, arrestato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione per aver ‘truccato’ il concorso per l’abilitazione TFA, organizzato dalla facoltà di Scienze Umane dell’Università di Cassino, è stata la sua spregiudicatezza.
Un aspetto fondamentale che viene ricostruito nell’ordinanza di quasi 200 pagina a firma del Gip Alessandra Casinelli. Un’ordinanza che è sfociata negli arresti eseguiti ieri dagli investigatori della Guardia di Finanza del gruppo di Cassino, agli ordini del tenente colonnello Francesco Papale, e che hanno provocato un vero e proprio terremoto all’interno dell’Università di Cassino. LEGGI QUI –
Ai domiciliari sono finiti anche il professor Giovanni Arduini e la moglie Diletta Chiusaroli, anche lei docente. Indagato a piede libero lo zio di Diletta Chiusaroli, il direttore dell’area risorse umane dell’Università di Cassino, Massimiliano Mignanelli, ex presidente del Consiglio Comunale di Cassino.
Così il Gip descrive i quattro principali indagati di questa vicenda: “Con spregiudicatezza e tracotanza (riferendosi a Baglione ndr), incentiva lo sviluppo e la diffusione vantandosi della propria abilità nel conseguire guadagni illeciti particolarmente ingenti. Già gravato da una condanna definitiva per un reato non specificato, Baglione è divenuto collettore delle istanze di un numero indeterminato e indeterminabile di soggetti provenienti anche da regioni diverse, tutti aspiranti insegnanti, intenzionati a comprare un posto utile nella graduatoria (“l’altro giorno da Napoli mi hanno consegnato 60.000 euro in contanti”) si ha di fronte un soggetto di rilevantissimo spessore criminale che percepisce guadagni particolarmente ingenti dalla sua attività illecita di intermediazione che svolge un’estrema e preoccupante disinvoltura”.

Parole dure anche per Massimiliano Mignanelli che “percepisce al pari di Baglioni cospicue somme di denaro dai reati perpetrati onde ragionevole ipotizzare che egli faccia parte del sostentamento proprio dall’attività illecita così da essere indotto anche nell’attualità dalla recidiva; parimenti Arduini e Chiusaroli si atteggiano quale dominus indiscussi della procedura concorsuale, dimostrando come la ‘res pubblica’ fosse il loro affare privato. La personalità particolarmente trasgressiva e spregiudicata dei due commissari si evince in maniera chiara e netta, oltre che dagli elementi di prova anche dalle conversazioni e intercettazioni captate dalla Guardia di Finanza”. Mignanelli, indagato a piede libero con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, si è visto sequestrare dalla Guardia di Finanza circa 28mila euro oltre che i computer presenti in casa e nell’ufficio situato all’interno del campus Folcara.

Arduini e Chiusaroli (assisti dall’avvocato Ivano Nardozi) unitamente a Giancarlo Baglione, nella giornata di venerdì saranno interrogati dal Gip mentre lunedì toccherà a Massimiliano Mignanelli difeso dall’avvocato Sandro Salera.