Congresso Pd: De Angelis medita, Fantini fa il primo passo. Pompeo potrebbe essere decisivo

Il segretario uscente in pole position per la conferma: "Al lavoro per il partito che verrà". L'area Schlein: no a frammentazioni nei circoli

Correnti in gran movimento ma la certezza di poterla risolvere da soli – la partita per l’elezione del segretario della federazione provinciale Pd – diciamo che non ce l’ha nessuno dei contendenti. Neppure il gruppo del presidente del Pd Lazio, Francesco De Angelis, Area Dem. L’ex commissario del Consorzio Industriale del Lazio nei prossimi giorni dovrà sciogliere la riserva se candidarsi o meno alla segreteria. L’esortazione a “scendere in campo” è arrivata a raffica dagli interventi registrati al recente incontro da Memmina a Frosinone, dove erano presenti, tra gli altri, Marco Delle Cese (ex presidente Cosilam), Domenico Alfieri (sindaco di Paliano), Fernando Cardarelli (dirigente Pd di Cassino), Paolo Petrilli (sindaco di Villa Santo Stefano), Andrea Pro (vice sindaco di Ferentino), Francesca Cerquozzi (vice sindaca a Veroli), Emiliano Campoli (consigliere comunale di Serrone), Mauro Buschini (membro del cda della Saf).

Poi c’è stata, sabato scorso al circolo Arci del capoluogo, la riunione del’area che fa riferimento alla segretaria nazionale Elly Schlein: estremamente gracile e consapevole della necessità di un’intesa con Area Dem. “Nessun accordicchio – hanno sostenuto in molti dal microfono – ma perseguiamo solo un progetto politico da condividere”. Danilo Grossi ha parlato da leader insieme all’ex deputato Nazzareno Pilozzi, ad una platea in cui ascoltavano tra gli altri Luigi Sacchetti (presidente del circolo di Frosinone), Armando Mirabella (Pd Frosinone), Giuseppe Sarracino (Pd di Frosinone), Umberto Zimarri (consigliere San Giovanni Incarico), Rocco Danella (Pd di Pico), Antonella Caporuscio (Pd di Pontecorvo, membro della direzione regionale dem), Diego Protani (Pd di Ceccano), Ornella Rodi (consigliere comunale di Cassino), Patrizio Abbatecola (di Pico, assemblea regionale Pd).

“Abbiamo parlato di questi anni e di come il congresso provinciale del Pd dovrà rispondere prima di tutto alla domanda su ‘chi siamo e cosa proponiamo’, più che su con ‘chi stiamo’ – ha esordito l’ex assessore al Comune di Cassino -. Il nostro impegno è dare spazio alle idee, ai progetti e ai valori che rappresentano l’anima del Partito Democratico: giustizia sociale, solidarietà e una visione strategica per il futuro. Un congresso che non sia un campo di scontro, ma uno spazio di confronto vero. Una politica di contrapposizione interna, che alza muri e rifiuta il dialogo e che al confronto costruttivo contrappone l’imposizione, rischierebbe di riportare il Partito e i circoli locali in una fase di forte instabilità, frammentazione e tensione. Ciò pregiudicherebbe il rilancio indiscutibile che sta avvenendo su scala nazionale. Il congresso provinciale deve essere anche un momento di rinnovamento. È il momento di riavvicinare chi ha perso fiducia nella politica e si rifugia nell’astensionismo come sta facendo la segretaria Elly Schlein a livello nazionale”. Su questo fronte, quindi, bisognerà vedere che tipo di accordo troveranno De Angelis e Grossi-Pilozzi.

Grossi: spazio ai progetti. Pompeo: rilancio del partito in provincia

Dall’altra parte dialogano Antonio Pompeo (Rete riformista) – che sta giocando il rullo di ago della bilancia – e l’area Battisti-Fantini. “La stagione congressuale deve necessariamente rappresentare l’occasione per un rilancio del Pd in provincia di Frosinone. Per fare questo – ha scritto in una nota l’ex presidente della Provincia – è necessario un dialogo aperto, franco e a 360 gradi. E se alla fine non sarà possibile una soluzione unitaria e condivisa, meglio un confronto alla luce del sole per la segreteria e per l’intera governance del partito. Non sarò certo io a meravigliarmi del fatto che esiste pure un livello regionale e romano e che quindi ci saranno dinamiche di questo tipo. Però stavolta la classe dirigente locale dovrà far sentire il proprio peso, altrimenti non saremmo più credibili nel sostenere la mancata considerazione del territorio quando si tratta di definire le candidature eleggibili alla Camera, al Senato, alle Europee”.

Dall’area di Sara Battisti (Rete democratica) e del segretario uscente Luca Fantini da segnalare quello che è sembrato un passo in avanti di Fantini verso il rinnovo nella sua carica elettiva, nell’attesa che possa perfezionarsi l’intesa con Pompeo che toglierebbe ogni dubbio sull’area che parte in vantaggio. Con l’ultima Direzione Provinciale dei giorni scorsi si è concluso il mandato da Segretario Provinciale di Fantini: “Sono stati quattro anni intensi, durante i quali abbiamo lavorato senza sosta per costruire un Partito forte, rinnovato e competitivo – ha chiosato -. Lo abbiamo fatto coinvolgendo una nuova generazione, chiedendo loro di scendere in campo, senza mai dimenticare di valorizzare l’esperienza politica e amministrativa di chi, con il proprio contributo, ha reso grande la nostra comunità. (…) Ho sempre guidato il Partito con l’impegno di onorare quel mandato unitario che mi era stato conferito quattro anni fa. Non è stato sempre facile, ma non abbiamo mai perso di vista l’importanza del valore dell’unità, che ci rende forti e credibili. Così, nelle vittorie e nelle sconfitte, le scelte fatte sono state sempre condivise con tutto il gruppo dirigente del Partito, che ringrazio di cuore. Il lavoro svolto in questi anni, l’impegno profuso e lo straordinario bagaglio di esperienze politiche e umane che abbiamo costruito rappresentano un patrimonio collettivo della nostra comunità, che metteremo a disposizione di tutti già dal prossimo congresso. Ci saremo, con la stessa passione di sempre”! È stato un onore. Ora al lavoro per il Partito che verrà!”, ha concluso Fantini.

Ambrosiano e la suggestione di pensarla ancora come Moro e Berlinguer

Ora c’è il rush finale per il tesseramento che si chiuderà al 31 dicembre. Entro il 7 gennaio saranno ufficializzate le candidature alla segreteria. Da metà gennaio in poi, si terranno le convenzioni dei circoli che, vista la situazione incerta degli equilibri interni, potrebbero in ultima istanza cedere la parola definitiva per l’elezione della nuova segreteria al congresso provinciale. Intanto prova a tirare le somme Gaetano Ambrosiano, già segretario provinciale di Articolo Uno in asse con Area Dem: “Eravamo di Articolo Uno ma adesso siamo del Pd. Voglio spiegare perché il nostro gruppo era presente all’incontro di area democratica. Tutto parte dall’asse tra Franceschini e Bersani per riportare il partito in linea con tutta la sua storia. Quel simbolo che vediamo, nasce dal germoglio degli incontri tra Moro e Berlinguer e questa fase è parte di una storia importante che i poteri forti hanno fatto di tutto per interrompere, anche attraverso la stessa azione delle Br. Se quella convergenza si fosse realizzata, avrebbe portato avanti il Paese di 50 anni. Restiamo quindi ancorati all’asse Franceschini-Bersani per creare un partito privo di correnti e componenti e tornare alla storia in cui l’appartenenza ad un partito è dietro al simbolo e ad una tessera non ad una corrente”.

Ma torneremo su Ambrosiano e su altre vicende interne al Pd ciociaro. Per ora l’idea di tornare ad inseguire l’Italia che immaginavano Moro e Berlinguer, bisogna ammetterlo, è un’affascinante suggestione.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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