Una situazione insostenibile, un’intera estate senza acqua diretta nelle utenze domestiche, costretti a chiamare puntualmente l’autobotte per rifornire il serbatoio. È l’odissea vissuta da alcuni residenti in località Sant’Altissimo di Arpino, nuclei composti da persone anziane, con esigenze specifiche, e famiglie con anche sei persone in casa. Una condizione insostenibile, insistentemente segnalata ad ACEA, di cui sono al corrente gli amministratori comunali, informati anche i Carabinieri della locale stazione.
I militari dell’Arma sono intervenuti più volte sollecitando l’approvvigionamento di acqua con l’intervento dell’autobotte. È dal mese di maggio che si va avanti così. Il gestore del servizio idrico ha inviato i suoi operatori, nel tempo almeno una quindicina di volte tra sopralluoghi e revisioni sul contatore ma, evidentemente, è un disservizio riconducibile alla pressione: l’acqua non arriva e se arriva c’è di notte, esclusivamente nei mesi invernali, solo per un paio d’ore, alle volte non basta nemmeno a riempire la cisterna.
Ai disservizi dovuti alla mancanza di acqua diretta, si aggiunge l’aggravio di spesa sulla bolletta dell’energia elettrica per i consumi “straordinari” dovuti al funzionamento ininterrotto dell’autoclave. Un paradosso. Un paradosso a cui sono costrette diverse famiglie, dal mese di maggio.
La figlia di una coppia di ultrasettantenni non si rassegna: «Sono stanca di vedere i miei genitori patire tutti i disagi che convengono dalla mancanza di acqua diretta, alcune volte non possono nemmeno prepararsi il pasto perché tra la chiamata dell’autobotte ed il rifornimento a casa trascorrono delle ore. Sono stanca dell’indifferenza degli amministratori comunali che, da maggio, non pretendono il rispetto dei diritti essenziali dei loro concittadini. Sono stanca di dover subire passivamente così tanta inettitudine, ancor più demoralizzata che le conseguenze danneggino delle persone anziane, mia madre e mio padre. Questo sarebbe un paese civile? Peggio ancora…questo sarebbe un atteggiamento civile?».
I residenti si stanno organizzando con un’azione legale, al fine di rivendicare i propri diritti, la propria dignità e chiedere il risarcimento dei danni subiti in questi lunghi mesi.