Davide Ferrerio, 22enne di Bologna, ridotto in fin di vita a calci e pugni da Nicolò Passalacqua 22enne di Colleferro, è ricoverato nella rianimazione dell’ospedale Maggiore di Bologna ed è presto per capire il suo percorso di cure quale sarà. La mamma, Giusy Orlando, aveva rivolto a Crotone parole dure, definendola una città omertosa.
Dalle indagini condotte dalle forze dell’ordine emergono nuovi particolari: la violenta aggressione a Davide sarebbe avvenuta per uno scambio di persona. Ad oggi, il colleferrino Passalacqua è in carcere. Indagate anche due donne: mamma e figlia.
Secondo la ricostruzione effettuata dalla Procura calabrese, Ferrerio sarebbe stato inseguito e poi colpito con una ginocchiata allo sterno e due pugni al volto. Sarebbe dunque rimasto a terra, privo di sensi, mentre l’autore del brutale pestaggio sarebbe fuggito. Una ferocia scaturita, forse, per errore. Quella terribile sera la vittima stava aspettando un amico per andare a cena fuori. Il suo aggressore era invece insieme a dei parenti: una donna, sua figlia minorenne, il compagno della donna e un altro figlio della coppia. Sembrerebbe che il gruppo volesse tendere una sorta di agguato ad un 31enne che su Instagram aveva scritto alla ragazzina chiedendole un incontro.
Il 31enne sembrerebbe si sia presentato ma una volta faccia a faccia con la madre della minore, avrebbe negato di essere il diretto interessato. Quindi, per depistare il gruppo avrebbe scritto un messaggio su Instagram alla ragazzina dicendole di essere arrivato e di indossare una camicia bianca (mentre l’uomo che si era precedentemente allontanato vestiva una maglietta azzurra). Il colleferrino, carpita l’informazione, avrebbe notato per sbaglio Ferrerio, il quale aveva proprio una camicia bianca.
Da qui si sarebbe scatenata la furia cieca di Passalacqua, il quale avrebbe massacrato Davide, bersaglio inconsapevole e sfortunato di uno scambio di persona. Ferrerio ora lotta tra la vita e la morte. Un dramma che riporta, purtroppo, alla mente la tragica vicenda di Willy Monteiro Duarte.
