Discarica di Roccasecca, il ministero dell’Ambiente risponde a Ilaria Fontana e conferma che nulla ostacola la riapertura

La deputata pentastellata aveva interrogato il dicastero sulla procedura autorizzativa per ultimazione e messa in funzione del quinto bacino

Il Ministero dell’ambiente e della Sicurezza Energetica ha risposto all’interrogazione parlamentare della pentastellata Ilaria Fontana sulla discarica di Roccasecca depositata il 7 novembre. “Una risposta – annota la deputata frusinate – che considero assolutamente insoddisfacente perché elude i nodi centrali del problema e non tiene conto dell’attuale quadro ambientale, normativo ed europeo. Un ennesimo schiaffo nei confronti dei cittadini e delle comunità, che da anni chiedono trasparenza, rigore e tutela del territorio”. Il Ministero, ai sensi dell’articolo 206-bis del d.lgs. 152/2006, – ricorda Fontana – ha l’obbligo di verificare la compatibilità ambientale attuale degli impianti e “non può limitarsi a recepire un atto regionale formalmente valido ma sostanzialmente carente. Questa superficialità è ancora più grave considerando che l’Italia è già esposta a una procedura d’infrazione europea per criticità nella gestione dei rifiuti”.

La deputata M5S: non si tiene conto del quadro ambientale

“La proroga della VIA richiamata dal Ministero non affronta il nodo vero: si tratta, appunto, di una semplice proroga. Non esiste alcuna nuova valutazione del contesto ambientale e gestionale in cui ci troviamo oggi, cinque anni dopo il rilascio dell’autorizzazione originaria, basata su un fabbisogno dell’Ambito Territoriale Ottimale completamente diverso, tra l’altro anche all’epoca feci interrogazioni ad hoc. Nel frattempo – evidenzia Ilaria Fontana – la situazione ambientale è peggiorata in modo documentato. I dati prodotti dalla stessa Regione Lazio – come quelli contenuti nel PTAR (piano tutela acque regionale) – mostrano che: -lo stato chimico dei corpi idrici sotterranei è classificato “non buono” nel triennio 2021–2023; – i corpi idrici superficiali di riferimento presentano stati ecologici “scarso” e “sufficiente”. In un contesto del genere, la Direttiva 2000/60/CE impone un divieto assoluto di ulteriore deterioramento e una valutazione preventiva degli effetti cumulativi, che la Regione non ha effettuato. Il rischio di nuove infrazioni comunitarie è concreto”.

Proroga della Via in funzione del fabbisogno dell’ambito ottimale

Non solo: nella proroga VIA si fa riferimento al “fabbisogno dell’ATO”, senza considerare – avverte la deputata M5S – che proprio la nostra regione è stata oggetto di una procedura europea per carenze nella pianificazione dei rifiuti e nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. Un elemento completamente ignorato, insieme alle altre infrazioni che negli anni hanno riguardato la gestione dei rifiuti nella nostra Regione. “Questa proroga arriva inoltre in un contesto profondamente mutato: qualità dell’aria, criticità ecologiche e nuove condizioni territoriali non sono state minimamente rivalutate. Per tutti questi motivi non possiamo ritenerci soddisfatti della risposta del Ministero. Continuerò a vigilare, a chiedere trasparenza e a pretendere che la tutela dell’ambiente e della salute vengano prima di tutto”.

Lavori al quinto bacino, i ricorsi sono stati ormai tutti respinti

Va ricordato che i lavori per la costruzione del quinto invaso a Cerreto di Roccasecca furono avviati a inizio 2021 e successivamente interrotti per le note vicende giudiziarie nel marzo dello stesso anno. Sono successivamente ripresi nel giugno 2025 grazie ad un quadro autorizzativo “la cui piena legittimità è stata confermata in ogni sede della giustizia amministrativa – sottolinea il ministero dell’Ambiente nella risposta a Fontana -. I ricorsi presentati avverso tali atti sono stati infatti respinti sia dal TAR per il Lazio (sentenza n. 11230 del 23 agosto 2022), sia in via definitiva dal Consiglio di Stato (sentenza n. 7987 del 4 ottobre 2024)”.

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