Energia, settore in crescita: c’è il lavoro ma mancano i lavoratori

Il rapido sviluppo si scontra con una realtà paradossale: la difficoltà nel trovare personale qualificato o semplicemente interessato

Negli ultimi anni, il settore energetico è stato uno dei pochi comparti economici a dimostrare una crescita costante, sia in Italia che a livello globale. La transizione energetica, il boom delle energie rinnovabili, l’attenzione al cambiamento climatico e l’adozione di tecnologie innovative come l’idrogeno e lo stoccaggio energetico hanno accelerato l’espansione di questo settore, rendendolo strategico per il futuro dell’economia e del pianeta. Tuttavia, questo sviluppo rapido si scontra con una realtà apparentemente paradossale: la difficoltà nel trovare personale qualificato o semplicemente interessato a lavorare nel settore.

Un settore in crescita, ma con un vuoto di competenze

Secondo i dati più recenti, la domanda di tecnici specializzati, ingegneri energetici, esperti in gestione di impianti rinnovabili e professionisti dell’efficienza energetica è in continuo aumento. Tra le nuove figure professionali emergenti, si sta distinguendo il Utility Manager, un ruolo cruciale per proporre ai clienti soluzioni energetiche personalizzate e innovative. Gli Utility Manager si occupano di analizzare i consumi, suggerire opportunità di risparmio e orientare le scelte dei clienti – aziende o privati – verso forniture sostenibili e vantaggiose.

Parallelamente, le società erogatrici di energia, tra cui grandi multinazionali e aziende locali, sono tra quelle che più ricercano nuovi talenti. Questi operatori del settore non solo gestiscono la distribuzione di energia, ma guidano l’innovazione e lo sviluppo di servizi legati alla sostenibilità, come la gestione intelligente delle reti o l’offerta di soluzioni integrate per la mobilità elettrica.

Limiti culturali e percezione errata del settore

Oltre al problema della formazione, vi sono limiti culturali e di percezione che incidono negativamente sull’attrattività del settore. Tradizionalmente, l’energia è stata associata a industrie pesanti, come petrolio e gas, spesso percepite come inquinanti o obsolete. Questo stigma, legato all’immagine di un settore lontano dalla sostenibilità, può scoraggiare chi cerca una carriera innovativa e al passo con i tempi.

Paradossalmente, oggi il settore energetico è tra i più dinamici e orientati al futuro. L’energia pulita, le tecnologie digitali applicate alla gestione delle reti e l’elettrificazione rappresentano sfide cruciali per la sostenibilità globale. Tuttavia, molte persone non vedono queste trasformazioni come opportunità. L’idea di lavorare nel settore energetico non è ancora pienamente riconosciuta come una carriera prestigiosa, dinamica e in linea con le sfide globali più urgenti.

L’urgenza di un cambio di mentalità

Per affrontare questa carenza di lavoratori, è necessario un cambio di paradigma. In primo luogo, occorre investire in un sistema formativo più agile e in sintonia con le esigenze del settore. Programmi universitari e percorsi tecnici dovrebbero integrare maggiormente discipline come l’ingegneria energetica, la sostenibilità e l’innovazione tecnologica. Anche il ruolo dell’Utility Manager dovrebbe essere maggiormente valorizzato attraverso corsi specifici e percorsi di certificazione riconosciuti.

In secondo luogo, è fondamentale un lavoro di comunicazione per cambiare la percezione pubblica del settore. Le aziende del comparto energetico e le società erogatrici devono raccontare meglio le opportunità che offrono: carriere internazionali, impatti tangibili sulla transizione ecologica e possibilità di lavorare in un campo cruciale per il futuro del pianeta. Allo stesso tempo, governi e istituzioni educative devono promuovere campagne di sensibilizzazione per far comprendere ai giovani l’importanza e il potenziale di questo settore.

Un’opportunità da cogliere

La mancanza di lavoratori nel settore energetico non è solo una sfida, ma anche un’opportunità. Per chi sa guardare al futuro con lungimiranza, questo vuoto può rappresentare una porta d’accesso verso carriere stabili, ben retribuite e profondamente significative. Il settore energetico non è solo un motore economico, ma anche un pilastro della sostenibilità globale. Investire in questa direzione, sia come istituzioni sia come individui, significa contribuire a costruire un futuro migliore per tutti.

Se vogliamo accelerare la transizione energetica, è fondamentale superare i limiti culturali e formativi che ancora impediscono a molte persone di vedere nel settore energetico ciò che realmente è: un’opportunità unica e irripetibile. Ruoli emergenti come quello dell’Utility Manager e l’impegno delle società erogatrici possono essere il punto di partenza per un cambiamento strutturale, ma serve un impegno condiviso per far sì che questo settore sia percepito come il cuore pulsante dell’innovazione e della sostenibilità. Solo così potremo colmare il gap tra la domanda crescente di competenze e l’offerta ancora insufficiente di lavoratori qualificati, trasformando il settore energetico in un faro di opportunità per le generazioni presenti e future. – Fonte www.consumerismonoprofit.it –

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