Usura ed estorsione queste le accuse formulate dalla Procura di Cassino a carico di F.M, 45 anni ed imprenditore del settore street food residente a Cassino. L’uomo, che si è visto notificare ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, è finito al centro di una delicata indagine coordinata dal sostituto procuratore Alfredo Mattei e condotta dagli investigatori del Gruppo della Guardia di Finanza di Cassino, agli ordini del tenente colonnello Francesco Papale. Titolare di una pescheria, di un negozio di street food e attività di ristoro, l’indagato è difeso dall’avvocato Emilio Roncone.
L’inchiesta ha preso il via dopo una serie di accertamenti fiscali che hanno indotto la Guardia di Finanza a svolgere ulteriori approfondimenti. L’uomo è indiziato a vario titolo dei delitti di usura, estorsione ed esercizio abusivo dell’attività creditizia.
“Le indagini di polizia giudiziaria, eseguite dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Cassino e supportate dalle risultanze di intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese e indagini bancarie, avrebbero consentito di individuare molte delle vittime, quasi tutte imprenditori del cassinate operanti in variegati settori commerciali, le quali avrebbero accettato le condizioni imposte per l’elargizione del prestito in quanto versavano in gravi difficoltà economiche, in alcuni casi acuite dalla crisi pandemica – si legge nella nota stampa inviata dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone – . Sulla base delle ipotesi investigative, il soggetto colpito dal provvedimento giudiziario, da almeno dodici anni, avrebbe operato come erogatore di somme di denaro per una variegata platea di soggetti, applicando tassi di interesse notevolmente superiori al tasso effettivo globale medio fissato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, assumendo solitamente a garanzia del credito titoli cambiari o assegni, ricorrendo in talune occasioni a condotte estorsive per la restituzione di quanto dovutogli.
In un caso l’indagato, al fine di garantirsi la restituzione dell’importo concesso in prestito, pari ad 20.000 euro avrebbe preteso dal debitore la stipula di un contratto preliminare di compravendita dell’appartamento di sua proprietà, di valore di gran lunga superiore rispetto alla somma ricevuta. Nell’occasione, al fine di celare il suo coinvolgimento in tale trattativa, l’arrestato avrebbe fatto stipulare l’atto in questione da sua moglie, nella veste di promittente acquirente. Con il medesimo provvedimento, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cassino ha disposto il sequestro preventivo, nella forma per equivalente, di circa 75.000 euro, corrispondente agli interessi percepiti attraverso l’ipotizzata attività di usura, nonché il sequestro di un ingente patrimonio immobiliare, per un valore di stima di oltre 1.200.000 euro”. Nello specifico, il patrimonio immobiliare sottoposto a sequestro, quasi interamente ubicato nel comune di Cassino, è costituito da: sei locali commerciali, sei appartamenti, quattro locali ad uso garage, due locali adibiti a deposito e un lastrico solare, nonché da ulteriori due appartamenti ubicati in Pontecorvo.