Con oltre 500 sottoscrizioni, il gruppo promosso da Silvestro Petrarcone, Mino Marino e Antonio Cardillo si presenta come quello più consistente e che, quindi, avrà il compito di dare l’indirizzo decisivo alla fase del congresso cittadino cassinate di Fratelli d’Italia. “Il risultato del tesseramento – spiega Petrarcone, primo eletto del centrodestra in Consiglio comunale – mi riempie di soddisfazione e centra l’obiettivo prefissato sin dalla campagna elettorale. Non ho mai smesso di lavorare contando sui frutti dell’impegno sinergico e capillare che ha interessato tante e diverse anime del tessuto sociale della città. Siamo stati tutti accomunati dall’intento di realizzare discontinuità rispetto al passato e un rinnovamento della classe dirigente che sappia guardare al futuro e, quindi, ai giovani. Noi ci siamo fatti interpreti di queste istanze di rigenerazione e vogliamo essere garanti di un progetto che perseguiremo fino al congresso cittadino”.
L’intervista
- Siete la componente più numerosa, vuol dire che avrete maggiori responsabilità di altri nella “ricostruzione” del partito.
“Abbiamo letto in questi giorni di alcuni che hanno sbandierato risultati e numeri. I numeri non si interpretano ma c’è chi li dice per quello che sono e chi li dà al Lotto. Noi, di sicuro, non diamo numeri al Lotto. Più della metà delle tessere a Cassino fa riferimento a me per poi concorrere al risultato complessivo, di 1300 tessere circa, in tutto il cassinate dell’area che fa riferimento anche ad Antonio Cardillo. Questi risultati sono sicuramente sorprendenti e rispettano un’idea di inclusività che ci viene suggerita dai dirigenti del partito. Ma mi chiedo anche, visto che ho letto anche dei nomi, dove erano tanti di questi nuovi tesserati durate la campagna elettorale comunale? Alcuni erano addirittura da un’altra parte, altri non hanno preso voti per poter essere eletti, qualcuno non ha avuto neanche il coraggio di scendere in campo. Noi, invece, eravamo lì a lavorare. Allora dico che i cittadini, tutti noi, siamo stanchi di questi atteggiamenti della vecchia politica e di quelli dei politici di professione. Questo è un modo di fare che non è più credibile, che ha fallito in passato e fallirà ancora di più in futuro. Questi numeri sono sorprendenti, dicevo, ma ci impongono soprattutto un compito di presidio del partito, affinché il patrimonio di valori, caro a Fratelli d’Italia, non diventi terra di conquista da parte di chi ne ha poca conoscenza”.
- Quindi? Ci saranno comunque accordi?
“Quindi si andrà al congresso perché i tesserati non sono dei numeri, sono delle persone pensanti che hanno un’idea personale che vogliono esprimere attraverso il loro voto prezioso. I congressi a questo servono: a decretare democraticamente il risultato che proprio i cittadini desiderano debba incidere sulla conduzione politica del circolo”.
- Proprio le ultime elezioni hanno messo in luce come i problemi nella coalizione di centrodestra, ereditati dopo la sfiducia all’allora sindaco D’Alessandro, non si siano ancora risolti. Cosa accadrà d’ora in poi e, soprattutto, come verrà ricostruita l’unità dello schieramento?
“La nostra responsabilità è quella di individuare e creare un ‘format’ che guardi ai valori e metta determinati principi davanti ad ogni altra considerazione personalistica: parlo delle capacità, dell’onestà della persona e del bene comune. Perché i cittadini ormai sono stanchi dei vecchi sistemi. A questi vecchi sistemi non credono più. Bisogna essere leali e trasparenti e non dobbiamo dimenticare che noi siamo espressione della volontà degli elettori, siamo lì per servire i cassinati che ci hanno votato. Fin quando non avremo in mente, ben chiaro, questo concetto di trasparenza e spirito di servizio, non riusciremo mai a costruire una classe politica che guardi al futuro credibile dell’intera comunità”.
“Non faccio l’opposizione a prescindere, supporterò le idee buone”
- Questo primo scorcio di legislatura ha messo in rilievo una opposizione consiliare che procede in ordine sparso e appare ancora psicologicamente schiacciata dal peso della vittoria al 62% dell’attuale sindaco: potrà cambiare qualcosa in senso positivo nell’azione della minoranza?
“Innanzitutto sto ancora prendendo le misure con l’apparato amministrativo. Poi sento forte la responsabilità che mi hanno dato gli elettori di amministrare in maniera equa e saggia. Per cui non faccio, per quanto mi riguarda, l’opposizione a prescindere, né ritengo di essere caratterialmente incline a strillare e sbraitare senza un costrutto. Se le idee buone dovessero provenire da sinistra o destra, le prenderemo e supporteremo per quel che sono: idee buone. Se mi devo opporre a ciò che non ritengo giusto e corretto, negli interessi della città di Cassino, viceversa, mi opporrò a con tutte le forze. Inorridisco di fronte ai soprusi e sempre sono stato schierato e lo resterò a favore delle categorie più fragili e meno protette. Poi spero che questa amalgama tra noi e il resto dell’opposizione si consolidi ancora di più. In ogni caso, in riferimento alla situazione amministrativa complessiva, va anche detto che non ci sono stati fino ad oggi grandi motivi di scontro, perché abbiamo affrontato essenzialmente un lavoro di ordinaria amministrazione”.
- Il crollo di Stellantis e del settore automotive colpiscono al cuore l’economia di Cassino e del Lazio meridionale: da imprenditore, quali le sue considerazioni sulla situazione e sul da farsi?
“Ci troviamo di fronte ad una vera e propria transizione. Siamo passati cinquant’anni fa da un territorio a vocazione agricola ad uno a vocazione quasi industriale. Il tessuto produttivo risente fortemente delle vicende dell’ex Fiat, ex Fca ed ora Stellantis. Peraltro manca nella nostra area una industrializzazione davvero forte. Oggi non resta che sperare che quel che vediamo sia il punto di rimbalzo delle vicende negative e che tutto si riesca a risolvere. Ma è certo che dobbiamo trovare alternative. Io una possibilità decisiva per il futuro la vedo nella capacità turistica: abbiamo tanto da offrire dal punto di vista naturalistico, storico e archeologico e dobbiamo dare nuovo impulso al nostro territorio sotto il profilo della ricettività. Pur restando fondamentale che la vicenda Stellantis trovi una soluzione a breve, visto e considerato che è l’intero mondo dell’auto a faticare nel trovare una direzione che consenta la ripresa produttiva ed occupazionale. Tutti i grandi gruppi sono in crisi, i prezzi delle auto aumentati, c’è il dilemma di dover comprare un’auto con motore endotermico, facendo una spesa che si rivelerà a breve obsoleta, o incamminarsi verso l’avventura dell’elettrico, che pone tanti punti interrogativi ai clienti. Per questo le case producono meno. Mi sembra che Stelllantis, con le nuove piattaforme, si stia indirizzando nel verso giusto. Peraltro non credo che i Comuni circostanti riescano a incidere nelle determinazioni di Tavares e nelle prospettive del Gruppo. Pur essendo giusto che il Lazio meridionale faccia sentire la propria voce”.
“Capacità personali decisive, non si può vivere di rendita politica”
- La filiera politica vincente ai vari livelli istituzionali è oggi quella del centrodestra: può essere “sfruttata” anche sedendo all’opposizione?
“Certamente questa filiera è risultata attrattiva in sede di campagna elettorale per poterci far eleggere. Francamente quanto possa essere fruttuosa dalla minoranza non so. Piuttosto vedo le capacità personali di ognuno di noi più importanti nel lavoro dell’opposizione consiliare. Il governo centrale, poi, sta lavorando bene ma il nostro destino locale resta in buona parte poggiato sulle nostre credibilità e competenza. Non possiamo vivere, certo, della rendita politica di Giorgia Meloni“.