Alla fine, nonostante deputati, consiglieri regionali ed eletti e nominati vari negli enti, la “festa provinciale” di Fratelli d’Italia – anche se non si chiamerà così, lo sarà nella sostanza – l’ha organizzata Riccardo Del Brocco, il “ceccanese, italiano, patriota”, già assessore all’ambiente e tra gli esponenti del gruppo storico ruspandiniano. Per la verità con la sua lista Grande Ceccano alle ultime comunali ha intercettato voti in maniera più efficace rispetto alla formazione ufficiale di FdI, doppiandola. Così a Palazzo Antonelli siede in minoranza un eletto di riferimento, Alessia Macciomei. Il colonnello di tante battaglie ha fatto meglio del generale. Ma quella in programma stasera a Piazza Berardi può essere considerata una svolta politica – al di là delle rinnovate ambizioni dell’organizzatore, che riuscirà a portare sul palco della sua “Notte Verde” praticamente tutti i big del partito, con l’esordio di Giancarlo Righini – assessore regionale al Bilancio – sulla scena provinciale quale potenziale nuovo referente in capo.
Ruspandini se ne resta a Tunisi mentre Del Brocco ospita i big
Sarà peraltro assente perché in missione con una delegazione d’imprenditori e politici in Tunisia, l’onorevole Massimo Ruspandini. Daniele Maura rientrerà in tempo. Lui no. La circostanza è sospetta e porta a dedurre solo che i rapporti interpersonali nel gruppo ceccanese non sono più smaglianti come un tempo, al di là dell’essere stati compagni di strada sin da quel 2012, inseguendo Giorgia Meloni nel progetto di casa per la destra sociale. Quando c’è una piccola comunità che persegue lo stesso scopo c’è bisogno di cura continua, perché tutti devono poter godere dei benefici delle postazioni migliori. Peraltro 10 anni fa bastava la testimonianza a reggere su la bandiera dei meloniani. In fin dei conti – bene che andasse – Mannheimer prevedeva già un gran successo se FdI fosse arrivata al 4%. Ma erano altri tempi ed era sufficiente vedersi al ristorante e organizzare qualche cena tra amici.
Per il primato dei meloniani, richiamo al necessario dinamismo
Oggi continuano gli appuntamenti a tavola tra amici mentre sono ormai 3 anni che FdI guida il Paese ed è il primo partito con percentuali del 30%. In provincia in varie elezioni ha segnato fra il 33 ed il 36% dei consensi. Star fermi o essere praticamente invisibili sul fronte delle iniziative istituzionali e delle manifestazioni nelle città è intollerabile per una forza che non voglia perdere il primato. Anche in considerazione del fatto che i due maggiori alleati Fi e Lega – insieme – raggiungono la metà dei suoi consensi. In questo panorama il virus dell’indolenza, dell’adattamento allo status quo e della rinuncia all’azione politica per restare nella propria comfort zone sono diventati per Giorgia Meloni e la sua cerchia di collaboratori un virus da estirpare. È qui che si insinuano il dinamismo di Del Brocco e l’interventismo di Righini. Un campanello d’allarme per i ceccanesi storici di Ruspandini ma anche per gli altri esponenti di Frosinone e provincia, Fabio Tagliaferri incluso.
“A Palazzo Iacobucci sarà intollerabile arrivare dietro al Pd”
La prova che questa sia la filosofia attivata dal gruppo dirigente nazionale, arriva dal coordinatore regionale Paolo Trancassini che ribadisce la determinazione del partito ad affermarsi come prima realtà anche alle prossime elezioni di secondo livello all’amministrazione provinciale. Sarebbe insopportabile per FdI arrivare alle spalle del Pd. Per far questo Trancassini ha fatto appello a tutti coloro che hanno un ruolo nel partito: mettano almeno un candidato e si misurino sui nomi. La griglia dei possibili aspiranti consiglieri sarà discussa il 6 ottobre nel corso del direttivo provinciale di FdI. Ma i nomi che si fanno coincidono con una mobilitazione generale dei big, proprio per assicurarsi che il risultato sia il migliore raggiungibile.
Tutti mobilitati per le prossime elezioni al consiglio provinciale
A darsi da fare dovranno essere Massimo Ruspandini e Ginevra Bianchini a Ceccano; Daniele Maura (Giuliano di Roma), Andrea Velardo di Castrocielo; Fabio Tagliaferri, Franco Carfagna di Frosinone; Alessia Savo e Fabrizio De Santis di Torrice; Paolo Pulciani (Pofi), Stefania Furtivo di Pofi, Fabio De Angelis di San Giovanni Incarico, Alessandro Cardinali (Anagni); Aldo Mattia – Sergio Crescenzi (Frosinone); Antonio Cardillo (Pignataro Interamna) con Gabriele Picano (Cassino); Massimiliano Quadrini (Isola del Liri) sosterrà Stefano D’Amore. Ma è solo un elenco di massima, visto che a selezione conclusa ovviamente i candidati saranno i 12 previsti.
FdI pensa alla sua lista, correre tutti insieme sarebbe controproducente
FdI per Palazzo Iacobucci punta alla presentazione di una lista unitaria che, visto il sistema proporzionale, consentirà al centrodestra di eleggere più consiglieri, sperando che Lega e Forza Italia faranno liste proprie. Infatti una lista unitaria del centrodestra potrebbe sortire l’effetto di eleggere meno rappresentanti, considerato il meccanismo elettorale delle Province. Trancassini vuole che Fdi esprima, come accade a livello nazionale, la leadership anche sul territorio. Il messaggio connesso e conseguente è chiaro: basta star fermi e tutt’al più cavalcare il lavoro degli altri come è stato per i 100 milioni di euro decisi dal Governo per il Consorzio Industriale e divenuti cavalli di battaglia di esultati esponenti locali che non hanno meriti per lo stanziamento. Brucia anche la figura non esaltante dell’incontro con Foti per l’inclusione delle province del Lazio meridionale nella Zes unica e la porta sbattuta nettamente dalla stessa premier. Per chi vorrà intendere, è il momento di darsi una bella svegliata.