Tutto è cominciato nel cuore della città, dentro il Palazzo Comunale di Frosinone. Non un’aula fredda di dibattiti e contrapposizioni, ma un luogo che per un giorno ha saputo farsi spazio di accoglienza e di comunità. È lì che le istituzioni civili hanno dato il primo benvenuto al nuovo vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, Monsignor Santo Marcianò, nominato da Papa Leone XIV e succeduto a Monsignor Ambrogio Spreafico.
Le parole del sindaco e l’abbraccio della città
Il sindaco Riccardo Mastrangeli ha aperto con parole di speranza, sottolineando la bellezza di «iniziare un cammino comune». Una frase semplice, ma che ha restituito il senso del momento: la città e la diocesi non camminano su strade parallele, ma possono incontrarsi, sostenersi, crescere insieme.

Crosetto: non da ministro, ma da amico
Accanto al sindaco, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha scelto di parlare non da uomo di governo, ma da amico. «Non sono qui come ministro – ha detto – ma per accogliere un amico». Parole che hanno colpito per autenticità, soprattutto perché il legame tra i due nasce dal lungo ministero di Marcianò come Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, ruolo che lo ha visto vicino alle Forze Armate e, dunque, anche al ministro della Difesa. In quel gesto, la politica si è riavvicinata alla comunità, ritrovando per un istante la sua dimensione più umana.

La presenza del prefetto Ernesto Liguori e del presidente della Provincia Luca Di Stefano ha completato il quadro: le istituzioni, le autorità militari, civili e religiose che, per un giorno, si sono ritrovate unite per un evento che ha saputo andare oltre i ruoli e le appartenenze.
Dal Consiglio Comunale alla Cattedrale: un segno per tutti
Da lì la giornata è proseguita nei luoghi della fede, con la celebrazione e la processione verso la Cattedrale di Santa Maria, dove il nuovo vescovo ha preso ufficialmente possesso della diocesi. Ma la radice dell’evento era già stata piantata in città, nel suo spazio pubblico per eccellenza: il Comune, simbolo della rappresentanza di tutti i cittadini.
In un tempo di guerre, crisi internazionali e instabilità sociale, il bisogno di figure che sappiano unire e orientare diventa ancora più forte. L’arrivo di Monsignor Marcianò a Frosinone è stato vissuto non solo come un passaggio ecclesiale, ma come l’inizio di un cammino che riguarda tutti: credenti e non credenti, istituzioni e cittadini.
Il dono di Crosetto – un quadro consegnato con commozione a Marcianò – ha suggellato la giornata. Non un gesto protocollare, ma un segno di amicizia personale, che ha dato alla cerimonia il sapore dell’autenticità.

Così Frosinone ha accolto il suo nuovo pastore: con l’abbraccio delle istituzioni, con la vicinanza della gente, con la speranza che il nuovo cammino sappia costruire ponti in un’epoca in cui tutto sembra dividere. Perché ieri, in Consiglio Comunale come in Cattedrale, si è respirato un messaggio semplice e potente: solo insieme, solo uniti, si può guardare al futuro.