Frosinone Calcio, seconda conferenza odierna nella Guest Area della ‘Psc Arena’. Questa volta si parla di integrazione giovani. Il direttore Salvatore Gualtieri introduce ringraziando subito Luigi Lunghi, responsabile del progetto che ha visto ragazzi accolti nelle case famiglia dell’intero territorio ciociaro essere integrati nelle attività dell’Academy, dove hanno potuto convivere e percorrere questa strada assieme ai giovani atleti giallazzurri. Attraverso il calcio per arrivare a diventare amici, fuori e dentro il campo.
“L’iniziativa è stata molto importante e siamo più che soddisfatti di come è andata – esordisce Gualtieri – e abbiamo l’obiettivo di ripeterla. Il merito è di Luigi Lunghi e a settembre lavorerà di nuovo su questa idea rimodulandola e implementandola. Abbiamo ricevuto tanti consensi e complimenti. Questa iniziativa si pone come modello ed esempio anche per altre realtà. La nostra attività è stata pioneristica e ha aperto la strada per altre operazioni simili. Il Frosinone è sempre aperto verso il sociale, la solidarietà, è attento ai più deboli”.
Luigi Lunghi aggiunge: “Il lavoro con le case famiglia è stato proficuo ed è riuscito grazie all’impegno in primis dei ragazzi stessi, poi delle stesse comunità, di chi lavora attivamente in questi contesti e di tutti i miei collaboratori. La valuto come un’esperienza assolutamente positiva. I giovanissimi delle case famiglia, quasi tutti di origini egiziane, sono stati integrati con i pari età dell’Accademia, in un dialogo fatto di sport, scambio e socialità”.
Giorgio, il capitano della squadra delle case famiglia è voluto intervenire ringraziando gli organizzatori: “Noi amiamo il calcio e amiamo altresì giocare insieme, condividere, stare in gruppo. Ci siamo divertiti tantissimo e siamo stati benissimo, imparando molto da questa esperienza”.
Nella gremita sala hospitality, erano presenti tutti gli attori del ‘progetto integrazione’: i ragazzi coinvolti, i calciatori in erba dell’Accademia, rappresentanti della società giallazzurra e gli educatori delle case famiglia partecipanti.
Un breve passaggio anche sui responsabili delle case famiglia che hanno aderito all’iniziativa: Federica Molinaro della casa Famiglia di Veroli (“Per noi il progetto ha raggiunto gli obiettivi, i ragazzi al rientro dagli allenamenti ci rappresentavano tutte le fasi degli allenamenti, le regole, il rispetto dell’altro. Sono tutti adrenalinici anche per il successo del Frosinone nel campionato di serie B”), l’assistente sociale della Casa famiglia Eureka (“il nostro obiettivo è quello di ridurre il rischio di devianza, i ragazzi sono stati molto entusiasti per la partecipazione. Ringraziamo il Frosinone Calcio di questa opportunità che speriamo di replicare anche nella prossima stagione”) e infine l’educatore della Casa famiglia di Alatri (“voglio evidenziare la grande risposta che ha dato questo progetto. I ragazzi sono stati entusiasti, spero che ci sia ancora la possibilità di offrire la partecipazione dei nostri ragazzi”.
Parola quindi al padrino dell’iniziativa, Gianfranco Veloccia: “Ringrazio il presidente Luigi Lunghi per averci dato questa possibilità, l’integrazione e il calcio dovrebbero andare sempre a braccetto come è stato qui a Frosinone. Ho letto solo tanto entusiasmo negli occhi dei nostri ragazzi. Ringrazio anche il direttore Gualtieri, speciale per quello che ha fatto per noi. Grazie al tecnico Giuliano Farinelli che per questi ragazzi è stato un padre. E un ringraziamento grandissimo alla Società del Frosinone Calcio: tutto quello che è stato fatto è una lezione di vita. Ci piacerebbe mettere in piedi anche tante iniziative per l’integrazione nel mondo del lavoro, come anche guardare con attenzione a quei ragazzi che sono costretti per strada per aver sbagliato un solo giorno nella loro vita”.




