A Frosinone, se sei disabile, forse è meglio che ti rassegni: questa città non fa per te. Non c’è altro modo per dirlo. Qui, chi ha una disabilità è lasciato indietro, abbandonato in un labirinto di barriere architettoniche e disorganizzazione. Non stiamo parlando di dettagli trascurabili, ma di problemi lampanti, evidenti a chiunque abbia occhi per vedere e un minimo di coscienza per indignarsi.
La stazione: un percorso impossibile
Prendiamo un esempio pratico: raggiungere la stazione da via Pergolesi. Un’impresa degna di un romanzo dell’assurdo. Il sovrappasso? Ha gli ascensori, certo, peccato che siano fuori uso. Così, un disabile che volesse avventurarsi dovrebbe aggirare l’ostacolo facendo un giro infinito. Come se non bastasse, il sottopasso è chiuso, e non ci sono alternative. Sì, sappiamo che i lavori per il sottopasso dureranno meno rispetto a quelli della stazione. Ma chi lo spiega a chi deve usare quella stazione ogni giorno? Chi si prende la responsabilità di dire ai disabili che devono aspettare, e che i loro diritti possono essere messi in pausa?
Una riqualificazione senza un’organizzazione
E non proviamo neanche a nasconderci dietro l’entusiasmo per la riqualificazione della stazione. Certo, è una notizia positiva: Frosinone che finalmente punta a risplendere, una città che cerca di rifarsi il trucco. Ma a quale prezzo? Perché non si è pensato prima a garantire un percorso temporaneo e sicuro? Perché la pianificazione è sempre l’ultima delle preoccupazioni? Si è preferito chiudere tutto, aprire un cantiere e poi – solo poi- accorgersi che esistono pendolari, cittadini, e sì, anche disabili.
Questa non è una semplice disorganizzazione. È una dimenticanza che pesa come un macigno sulla dignità dei disabili. Frosinone non può continuare a ignorare chi è già costretto a combattere ogni giorno contro ostacoli che la società stessa crea.
Serve un cambio di passo immediato, concreto, visibile. Non domani, non tra una settimana: oggi. Perché una città che non garantisce pari opportunità ai suoi cittadini non è una città che risplende. È una città che fallisce.