Frosinone-Lazio, Di Francesco: “Dobbiamo reagire alla grande e ripartire dai nostri errori”

Serie A - Il mister del Frosinone: “Va somatizzata questa sconfitta. Stasera mi girano sul serio, sono arrabbiato”

Serie A – A fine gara la conferenza stampa di mister Di Francesco.

Mister, in sede di presentazione ha dichiarato che le prestazioni non bastano più e che bisognava reagire. La reazione c’è stata, è mancata la concretezza. Le chiedo: c’è ancora voglia di reagire?

“Ci deve essere assolutamente la voglia di reagire. E poi basta vivere anche di rimpianti dopo le partite. È diventato anche noioso venire qui e raccontare la stessa storia. Sono diventato anche antipatico. Poi sento dirmi che si pensa solo al gioco. Il gioco fa parte di uno sport nel quale bisogna difendere, essere smaliziati in alcuni momenti della gara ed è quello che manca più di tutto. Manca la capacità di gestione dei momenti della gara e di lettura ci certe situazioni. Abbiamo preso il primo gol al primo tiro, a mio parere un posizionamento difensivo sbagliatissimo. Su quell’aspetto lavoriamo costantemente ma a volte ci perdiamo in sciocchezze che determinano il risultato. Dopo un primo tempo giocato in una certa maniera, ci ritroviamo qui a commentare la vittoria degli altri”.

Ci dà una chiave di lettura per trovare un senso da qui a fine maggio?

“Va somatizzata questa sconfitta. Stasera mi girano sul serio, sono arrabbiato. Però ci sono 9 partite, questa squadra non deve mollare di un centimetro. Dobbiamo reagire alla grande, ripartire dai nostri errori. Siamo noi che abbiamo determinato il risultato. Facendo errori sia sui calci piazzati che in altre situazioni. Nella Lazio entra un giocatore, tocca una palla e fa gol. Dentro di me dico: è un sogno o una realtà? È risuccesso anche stasera. Gli altri indovinano il cambio, io non li indovino”.

È più arrabbiato delle solite disattenzioni o della incapacità di ammazzare la gara nel momento in cui la Lazio era impaurita? Si poteva stare tranquillamente sul 2-0 alla fine del primo tempo

“Tra primo e secondo tempo ero arrabbiato per questo. Ma il primo tempo può finire anche 1-0, non per questo bisogna far fare gol agli avversari. Si può mantenere il risultato più in bilico. Vedere una squadra che ha espresso una intensità, una voglia di riscatto che si vedeva che c’era e trovarsi sotto è un peccato. I ragazzi non lo meritavano. Detto questo, la colpa ò solo nostra”.

Errori madornali, in difesa e in attacco: può esserci qualche freno mentale?

“Obiettivamente oggi sembrava giocassimo in leggerezza, non mi è sembrato di vedere una squadra impaurita. Poi alla fine ci raccontiamo un risultato che non ci dà ragione, i timori possono venire ma vanno scacciati immediatamente. Davanti a noi avremo due settimane per lavorare, magari andremo anche fuori per compattarci ancora meglio. Se oggi avessi visto una squadra disunita, che non sa dove andare, sarei il primo a farmi da parte. Ma vedo una squadra desiderosa di ribellarsi e reagire, di combattere nonostante gli errori che commettiamo e qui quali dobbiamo lavorare”.

Ha notato qualche cambiamento nella Lazio del dopo Sarri? E poi è stata una partita dalle mille emozioni, sull’altalena del risultato che cambiava continuamente. 

“Io credo che dentro una partita ci sono momenti che la determinano. Quanto abbiamo dominato noi non abbiamo fatto 3 gol. La Lazio è riuscita a difendere meglio e a fare gol quando è stata nel quadrante positivo, ha fatto due gol su calcio piazzato e uno non si capisce come sia venuto. La differenza è nella qualità e nelle scelte che sono state fatte durante le situazioni. Loro hanno fatto gol e noi. Ma credo che siamo stati anche meno lucidi noi. Per quanto riguarda l’aspetto tattico, identica a quella di Sarri”.

In altri momenti della stagione siete stati in difficoltà dal punto di vista fisico, adesso è l’aspetto mentale sul quale lavorare. Quanto sarà importante lavorarci sopra durante la sosta?

“È fondamentale, fa la differenza. Oggi dove noi dobbiamo lavorare è l’aspetto dell’attenzione mentale, la lettura delle situazioni. Personalmente conosco il lavoro del campo, l’unica cosa che ci può riportare a lavorare in una certa direzione. Magari cambiare qualche altra cosa. Io farei di tutto se avessi la certezza di fare dei punti, mi metterei anche a sei dietro”.

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