Adriano Piacentini resterà assessore tecnico con la sola delega al bilancio e ai tributi. Il sindaco Riccardo Mastrangeli gli ha revocato – ed ha trattenuto per sé – le competenze relative a personale, affari generali, servizi civici, servizi demografici, servizio elettorale e società partecipate. La decisione – assunta con atto del primo cittadino il 2 agosto scorso – in realtà verrà ufficializzata con le comunicazioni inserite al primo punto della riunione di Consiglio già convocata per il 20 settembre.
Ma perché questa scelta? La spiegazione ufficiale è che a Piacentini restano le deleghe puramente tecniche (la materia finanziaria) secondo quanto deciso personalmente dal primo cittadino: le altre – dopo il venir meno del sostegno di Forza Italia – hanno natura più politica. Qual è la lettura? Qualche osservatore ricorda le parole del coordinatore comunale di Fratelli d’Italia, Fabio Tagliaferri, che in tempi non sospetti ha ribadito la regola aurea della coalizione, relativa al fatto che chi non ha un rappresentante in Consiglio non può avere assessore. Non è quindi ozioso chiarire se Piacentini abbia o meno un consigliere di riferimento in assise: cosa che non risulta – e che quindi dovrebbe far scattare gli appunti dei meloniani – al di là delle indiscrezioni che indicano la disponibilità della consigliera Cinzia Fabrizi. Ferma restando comunque la scelta personale già illustrata da Mastrangeli che dovrebbe tagliare la testa al toro ma che, in pratica, non spegne del tutto qualche scintilla sotto la cenere. C’è poi un’ulteriore questione: come mai il sindaco trattiene per sé tante deleghe? A parte quelle revocate a Piacentini, il primo cittadino già è responsabile di urbanistica, servizi informatici Ced, decoro urbano, grandi eventi, Suap e Sue. Insomma c’è abbastanza materiale per sistemare e cementare meglio la coalizione, anche all’emergere di nuove eventuali fibrillazioni. Visto che comunque la lista Ottaviani, scesa a 3 consiglieri, mantiene sempre due assessori e presidenza del Consiglio. Il vicesindaco Antonio Scaccia, con 3 consiglieri comunali, potrebbe avere qualcosa da obiettare. C’è anche in sospeso il nodo di Forza Italia, con la trattativa regionale che potrebbe avere ricadute sul capoluogo.
Confronto sull’agenda consiliare: scambi su Pietrobono e debiti
Ma la situazione per il sindaco resta in ogni caso del tutto tranquilla e le scarse polemiche a cui abbiamo fatto cenno non sono in grado di guastare il prosieguo dell’azione amministrativa, alla quale unicamente guarda e tiene Mastrangeli. Tanto più che alla riunione di maggioranza hanno preso parte, con atteggiamento tranquillo e costruttivo, anche i due consiglieri di Forza Italia (Pasquale Cirillo e Maurizio Scaccia) ed il terzetto dei dissidenti ex lista Mastrangeli e Lega: Anselmo Pizzutelli – Maria Antonietta Mirabella – Giovanni Bortone. Insomma i cinque dell’appoggio esterno. Cosa vuol dire? Son rientrati a pieno titolo nella coalizione? Anche qui una spiegazione appare d’obbligo, almeno per molti dei componenti della stessa maggioranza rimasti interdetti (a loro dire). Bene, il gruppo dei cinque è stato formalmente invitato alla riunione sia per via telefonica che tramite Pec. No, nessuno degli interessati si ritiene tornato indietro sui suoi passi, perché conserva una posizione critica su molti dossier, a partire dal Brt, per proseguire con le piste ciclabili ed i debiti fuori bilancio. “Il nostro – hanno spiegato – non è un atteggiamento di opposizione. E’ una posizione critica su determinate scelte. Se si prende parte, poi, ad una riunione come quella di ieri, si conoscono contenuti importanti per affrontare la seduta consiliare”.
Sintetizza Anselmo Pizzutelli: “Abbiamo un atteggiamento di critica costruttiva negli interessi della città, finalizzato a dare risposte alle istanze dei cittadini”. “Non è che uno dichiara il ‘si’ a prescindere – sottolinea Pasquale Cirillo -. Io faccio notare le cose che secondo me non vanno come il fatto che continuiamo ad imbatterci negli annosi debiti fuori bilancio. Vero che per la pubblica amministrazione non costituendosi in giudizio potrebbe incorrere nel danno erariale. Ma non bisogna neppure ostinarsi con l’andare in Cassazione e farsi dichiarare inammissibile il ricorso. Cosa che aggrava la spesa per il Comune. Non mi pare corretto riconoscere spese legali per un giudizio in Cassazione quando conveniva pagare prima. Ma penso anche ai casi di sentenze definitive per le quali poi arriva l’atto di precetto con costi aggiuntivi: anche qui era meglio pagare prima”.
In assise anche fondi al festival dei conservatori e debiti fuori bilancio
La riunione di maggioranza ha affrontato i temi all’ordine del giorno delle sedute del 20 e 22 settembre. A parte il caso Piacentini, al secondo punto c’è la comunicazione della delibera di giunta che preleva dal fondo di riserva per far fronte a spese della decima edizione del festival dei conservatori. L’argomento di maggior rilievo riguarda l’immobile della scuola Pietrobono con l’acquisizione del palazzo di Via Puccini, sede della Scuola Media, e riconoscimento del relativo debito fuori bilancio. Lo strumento individuato dall’amministrazione per far valere le proprie ragioni è l’attivazione di un procedimento di acquisizione sanante che diventa, in pratica, parallelo rispetto all’azione esecutiva immobiliare in atto nell’ambito del fallimento. Il Comune ha realizzato l’immobile, ha apportato nel tempo tutte le migliorie necessarie e lo sfratto alla scuola non sta né in cielo e né in terra: è la posizione dell’amministrazione Mastrangeli. Tornando al Consiglio è prevista anche l’adesione del Comune di Frosinone in qualità di soggetto istituzionale alla “Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana” con connessa variazione al bilancio di previsione 2024. A seguire una raffica di riconoscimenti di debiti fuori bilancio.