Frosinone – Sparatoria mortale in via Aldo Moro, in un video shock i momenti di terrore: “Scappa”

Freddato Kasmi Kasem, feriti gli altri tre connazionali. Il killer si costituisce: è Mikea Zaka, 23 anni. La città è avvolta nel terrore

Frosinone – Sono da poco passate le 19:00 di sabato 9 marzo. Via Aldo Moro è gremita come in ogni fine settimana. I negozi sono ancora aperti, nei locali cominciano a radunarsi tanti giovani per l’aperitivo. Lo Shake bar è già quasi al completo. Nessuno degli avventori può immaginare che, di lì a poco, sotto i loro occhi, si consumerà una tragedia. C’è un video, ripreso dal sistema di videosorveglianza del locale. È scioccante. Lascia atterriti anche solo guardandolo. Riprende i clienti seduti ai tavoli, per i primi secondi tutto scorre come un normale sabato sera. Poi un colpo, due e, dopo meno di un secondo, il terzo. I presenti guardano intorno smarriti, ancora non riescono a realizzare. Arriva il quarto sparo seguito dal quinto ed è il fuggi fuggi generale. C’è chi cammina carponi sul pavimento temendo di poter essere raggiunto da un proiettile, chi dal dehors cerca riparo nel locale. Dopo qualche istante l’ultimo sparo, il sesto. I ragazzi corrono: “Scappa, vieni dentro, lascia tutto lì”, si sente gridare. Sono minorenni, altri appena maggiorenni, qualcuno più adulto. Nessuno di loro, tantomeno i genitori che li aspettavano a casa, avrebbe potuto pensare di ritrovarsi nel bel mezzo di una sparatoria, nel cuore della movida del capoluogo.

Sangue e piombo

All’esterno, in quegli stessi istanti, si è consumato un dramma che resterà nella storia della cronaca di questa provincia. Quattro giovani albanesi erano seduti attorno ad uno dei tavolini. Lungo via Aldo Moro è transitata una Lancia Y vecchio modello. A bordo altri cinque albanesi, anche loro giovanissimi. Basta uno sguardo ad accendere la miccia, forse si stavano già cercando o forse quella è stata “l’occasione” per regolare i conti in sospeso. Le immagini del sistema di video sorveglianza comunale riprendono i giovani che scendono dall’auto, si dirigono verso il tavolino, c’è un primo contatto fisico. Poi Mikea Zaka, 23 anni, che era seduto con gli amici, estrae una pistola ed apre il fuoco. A terra restano quattro corpi. Qualcuno chiama i soccorsi: “Correte, qui è una strage”. In via Aldo Moro arrivano i sanitari del 118, quella che si trovano davanti è una scena degna di un film. Il primo ad essere preso in cura è Kasmi Kasem, 27 anni. È il più grave. I soccorritori praticano le manovre salvavita per interminabili minuti sotto gli occhi terrorizzati dei presenti. Kasem muore poco dopo. Il suo corpo resta sull’asfalto, coperto da un telo, I tre connazionali, tra cui anche suo fratello, vengono portati in ospedale. Uno di loro è in condizioni critiche ma sarebbe fuori pericolo. L’auto a bordo della quale erano arrivate le vittime resta lì, ferma su via Aldo Moro. A testimoniare che avevano intenzione di andar via in poco tempo. Ma così non è stato.

L’arresto del killer

Nel frattempo, sul posto arrivano gli agenti della Squadra Mobile, le Volanti, i Carabinieri. Tutti a raccolta. L’area viene transennata. La Polizia Scientifica avvia i rilievi. Gli uffici comunali vengono riaperti per consentire agli investigatori di visionare i filmati delle telecamere. In poco tempo Zaka è braccato, i filmati lo hanno immortalato senza ombra di dubbio. Accompagnato dal suo legale, l’avvocato Maietta, si presenta in Questura. Confessa. Rivela dove ha gettato l’arma – pare una calibro 22. È sotto il ponte di Via Verdi, lungo il fiume Cosa. Fino a poche ore fa non era ancora stata rinvenuta. “Omicidio” e “triplice tentato omicidio”. Queste le accuse alle quali dovrà rispondere il 23enne albanese che ora si trova in carcere.

Le indagini proseguono serrate. Gli investigatori continuano a scavare per far luce soprattutto sul movente che ha portato all’epilogo di ieri sera. Si batte la pista delle piazze di spaccio contese e della prostituzione. Non convince la versione fornita durante l’interrogatorio da Zaka che avrebbe parlato di una ragazza contesa. I contorni di questa drammatica vicenda restano ancora tutti da chiarire. C’è una sola certezza su tutte, oggi Frosinone ha paura. I cittadini hanno paura. Quanto accaduto ieri sera, con quelle modalità, non era mai avvenuto prima ed ora la percezione di sicurezza è pari a zero.

Il Comitato per l’ordine e la sicurezza

Questa mattina alle 11:00 in Prefettura si è riunito il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. “Tranquillizzo la città di Frosinone: l’assassino è stato preso. Le indagini non sono affatto concluse ma sono soltanto all’inizio per ricostruire cosa ci sia dietro a questo gravissimo fatto di sangue che ha coinvolto due gruppi criminali”. Ha detto il Procuratore della Repubblica di Frosinone, Antonio Guerriero, uscendo dalla prefettura di Frosinone. Il Prefetto Ernesto Liguori ha parlato di “Necessarie azioni di contrasto” pur sottolineando che “Non siamo davanti ad un’emergenza criminalità”. Il sindaco Riccardo Mastrangeli ha, invece, ringraziato le Forze dell’ordine per la loro tempestività ed ha evidenziato: “Fondamentale per supportare le indagini la rete di videosorveglianza attiva sul territorio comunale”. Poi ha chiesto a Prefetto e Questore di aumentare i controlli e non lasciar tregua alle bande criminali presenti nel capoluogo. Il Questore Domenico Condello si è complimentato con i suoi uomini per la rapidità dell’azione che, in poche ore, ha portato all’arresto dell’uomo che ha sparato: “Un contributo positivo anche in termini di riduzione dell’allarme sociale”. – Ha evidenziato. I controlli verranno intensificati. Questo quanto deciso dalla riunione del Comitato.

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Roberta Di Pucchio
Roberta Di Pucchio
Giornalista pubblicista

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