Frosinone, spunta l’alleanza FdI-Scaccia: prima pietra per rifondare la casa del centrodestra

Torna a riunirsi il Consiglio comunale mentre i nodi politici della maggioranza vanno ancora sciolti: una soluzione da Tagliaferri e Scaccia

Un mese è trascorso, torna a riunirsi l’assemblea di Palazzo Munari (in programma nella serata odierna) e nulla è successo quanto al confronto, prospettato durante i lavori consiliari dalla stessa maggioranza, teso a recuperare i forzisti finiti all’opposizione. Niente anche per la ricalibratura degli assetti di giunta, chiesta da Fi quale condizione per la riunificazione dello schieramento ma attesa anche da FdI: il tutto considerati i numeri della nuova coalizione che si è delineata nelle ultime votazioni in assise. Tutto fermo anche sulla messa a punto di un programma di fine consiliatura (FdI vuole correggere alcuni interventi sulla viabilità); pianificazione che dovrebbe trovare anche l’apporto della lista Marzi sotto il profilo strettamente amministrativo.

Ma una cena pare aver riacceso improvvisamente i fermenti interni alla coalizione che sostiene Riccardo Mastrangeli. L’ipotesi è che si vada a concretizzare un patto tra Fratelli d’Italia e Lista per Frosinone che dovrebbe costituire l’anello fondante di una alleanza più ampia, finalizzata ad includere partiti e liste del centrodestra. Obiettivo: guardare non solo alla coda della consiliatura ma anche alla fase di rinnovo del Consiglio comunale. Ne hanno parlato Fabio Tagliaferri, confermato per tre anni alla guida di Ales Spa (come illustrato in un servizio di Frosinone News QUI), il capogruppo di Fratelli d’Italia Franco Carfagna ed il leader della Lista per Frosinone, vicesindaco, nonché rappresentate dell’associazione del generale Vannacci, Antonio Scaccia. All’indomani della notizia che la società in house del Ministero della Cultura continuerà a restare nelle mani dell’Ad frusinate, è stato conseguente per Scaccia tentare la “presa al varco”: abbracciare Tagliaferri per poter puntare al “grande salto” da vice di Mastrangeli a prossimo numero uno della futura amministrazione. L’opzione Scaccia candidato sindaco non dispiace a Fratelli d’Italia perché il partito della presidente del Consiglio, nel capoluogo non farebbe salti di gioia – per motivi strettamente politici – nel riconsegnare la guida del Comune a Riccardo Mastrangeli, sindaco civico ma evidentemente pur sempre immerso nell’area di influenza di Nicola Ottaviani e della Lega (tant’è vero che ha preso parte al congresso di Firenze del Carroccio).

L’indebolimento dell’area Ottaviani e la resistenza di sindaco e ex sindaco

Intanto sarebbe necessario almeno un rimpasto di giunta, se proprio non si vuole andare all’azzeramento più volte sollecitato da Forza Italia. La questione di cui si parla solo a denti stretti è che Ottaviani, tra liste e Lega ha perso ben 6 dei 10 consiglieri comunali su cui poteva contare subito dopo il voto del 2022. La lista Mastrangeli addirittura non esiste più. Nonostante questa situazione, due assessori ed il presidente del Consiglio comunale vengono considerati di area riferibile all’ex primo cittadino. Nei disegni dei commensali si tratterebbe di ridimensionare Ottaviani al più presto e, addirittura, prevedere un successore a Mastrangeli tra due anni e mezzo. Un programma ambizioso che però va incontro ai suoi bei rischi d’insuccesso. Innanzitutto quelli legati all’imprevedibilità del primo cittadino: calmo, tranquillo ma pure testardo e allenato al braccio di ferro quand’è il caso.

Mastrangeli, del resto, al di là delle etichette politiche che gli si possono appiccicare, si comporta da autentico democristiano: per questo continua a raccontare a tutti che non gli interessa d’essere riconfermato o meno. “Ma – avverte un esponente del centrodestra del capoluogo – per toglierlo da lì non basteranno le atomiche di Putin. Riferendoci, visti i tempi, al clima cardinalizio, fa l’esatto contrario di quel che dice. Ripete che non vuol tornare a fare il sindaco? Allora si ricandiderà, eccome”. E siamo al primo problema per lo schema politico-amministrativo partorito pasteggiando. C’è un’altra possibile difficoltà non certo minore. L’ex sindaco ed attuale onorevole Nicola Ottaviani è uno che sembra attento ad altre cose (dice di pensare assiduamente solo a Zes ed alta velocità) ma guarda con attenzione e cura alle vicende della sua città. Lo stesso politico consultato per Mastrangeli, e che frequenta da lunga data tutti i protagonisti, la mette in battuta: “Nicola ama passeggiate e biciclette ma, a differenza di taluni della nostra parrocchia politica, utilizza il sellino”. Per metterla in politichese, andare ad elezioni anticipate potrebbe risultare più semplice che mettere all’angolo l’ex sindaco.

Centrosinistra, De Angelis tenta di colmare il solco col Psi e con Marzi

La strada per la ricomposizione dell’unità del centrodestra, insomma, non sembra ancora individuata. Resta anche nebuloso il percorso verso la nuova tornata elettorale amministrativa. Ma se il fronte dei moderati piange quello del centrosinistra riesce a fare anche di peggio. Il segretario del Psi Lazio, Gian Franco Schietroma l’ha detto chiaro e tondo al Pd di Francesco De Angelis, parlando al congresso regionale: “Quando si dà vita ad alleanze trasversali, come è avvenuto a Frosinone, a Ferentino, a Veroli, a Sora, all’amministrazione provinciale e negli enti intermedi, non possiamo assolutamente essere d’accordo, anche perché si finisce per disorientare gli elettori e per favorire la destra”.

De Angelis – che non tocca l’argomento trasversalismi – ha tentato la difesa sostenendo che, in fin dei conti, i sindaci eletti a Ferentino e Veroli hanno delle storie politiche personali di centrosinistra, al di là del colore delle rispettive coalizioni. Per poi riconoscere legittimo che il Psi avanzi una candidatura per guidare lo schieramento nel capoluogo. Corre anche su prati inesplorati l’ex commissario del consorzio industriale e vagheggia la ricucitura dei rapporti con l’ex sindaco Marzi (che non nutrirebbe di certo le stesse aspirazioni) e apre al dialogo con Forza Italia, cita Alessandra Sardellitti. Di cosa parliamo esattamente è difficile da comprendere, ancor di più spiegarlo in un resoconto giornalistico. Basta l’esempio del congresso provinciale dei dem. Chi ci ha capito è bravo.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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