Frosinone – Un’immagine che parla chiaro. Che vale più di mille campagne di sensibilizzazione, evidentemente fallite. Lo scatto, pubblicato sui social da un cittadino, Alessandro Forestiero, ritrae un gatto. Morto. Chiuso in un sacchetto di plastica come la spazzatura e gettato tra i rifiuti.
Accade nel cuore del capoluogo, nella trafficata via Armando Fabi. Lì, in un cassonetto, è stato lasciato il povero animale. Con le zampe rigide che spuntano da una busta del supermercato. E non servono parole per commentare quell’immagine che ha scatenato decine di commenti indignati sui social. “Ecco, questo è il momento in cui penso che gli esseri umani facciano schifo” – ha scritto Alessandro Forestiero sopra la foto. E come dargli torto.

I maltrattamenti sugli animali, oltre ad essere gesti odiosi, sono un reato, per chi ancora facesse finta di non saperlo. Maltrattamento di animali, in diritto penale, è il reato previsto dall’art. 544-ter del codice penale ai sensi del quale: “1. Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 000 euro a 30 000 euro. 2. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. 3. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell’animale.”