Hpv, condilomi in calo in Italia grazie al vaccino: dimezzati nella fascia d’età 15-24 anni

I condilomi sono la patologia a trasmissione sessuale più frequentemente diagnosticata. I Papillomavirus infettano 4 persone su 5

L’infezione da HPV (Human Papillomavirus) è quella sessualmente trasmessa di natura virale più diffusa al mondo, ed è causa di varie patologie tumorali ma anche di patologie benigne come i condilomi ano-genitali. Proprio quest’ultima malattia, che a differenza dei tumori si manifesta a breve distanza dall’infezione, è in diminuzione nel nostro paese negli ultimi anni grazie alle campagne vaccinali. Lo affermano i dati della Sorveglianza sentinella delle infezioni sessualmente trasmesse, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, presentati lo scorso marzo.

In Italia i condilomi sono la patologia a trasmissione sessuale più frequentemente diagnosticata, secondo i dati raccolti dal Centro Operativo Aids (CoA) diretto da Barbara Suligoi: nel 2021 sono stati 3-4 volte più numerosi dei casi segnalati di gonorrea e sifilide. Tra il 2004 e il 2013 le diagnosi di condilomatosi sono aumentate costantemente, con un numero di casi quasi triplicato. Ma dopo il 2013 il numero si è stabilizzato, e tra il 2018 e il 2021 si è osservata una riduzione del 30%, che arriva al 50% nei giovani di 15-24 anni.

“In considerazione del fatto che nel 2008 è iniziata la campagna di vaccinazione anti-HPV delle dodicenni – hanno spiegato gli esperti durante la sessione dedicata -, appare plausibile ritenere che la diminuzione osservata tra i giovani 15-24 anni a partire dal 2013 possa essere attribuibile a tale campagna vaccinale. Infatti, le ragazze che avevano 12 anni nel 2008 arrivano ad avere 17 anni nel 2013, età media dell’inizio dell’attività sessuale nel nostro Paese. Quindi, le coorti di ragazze e ragazzi (il vaccino viene raccomandato anche ai maschi a partire dal 2013-2016) vaccinati per HPV sono stati protetti anche dai condilomi ano-genitali. Infatti, sebbene il vaccino abbia come obiettivo primario la prevenzione del tumore del collo dell’utero, protegge anche dai tipi di HPV che causano i condilomi”.

Le misure di salute pubblica in atto nel nostro paese per contrastare l’infezione e ridurre il cancro da essa causato comprendono, oltre alla vaccinazione, anche gli screening. “La sensibilizzazione, l’educazione e la riduzione dello stigma sulla malattia sono le prime azioni per fermare l’HPV – ha ricordato Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento -. I Papillomavirus infettano 4 persone su 5 nel corso della vita. Sebbene la maggior parte di noi non manifesti mai i sintomi, il virus può causare il cancro. Quasi mezzo milione di persone muoiono nel mondo ogni anno a causa dell’HPV, molte di queste morti possono essere evitate”. – Fonte ISS.

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