Il Frosinone continua a viaggiare a ritmi da grande squadra e lo dimostra con un 3-0 netto, mai in discussione, rifilato alla Juve Stabia. Una gara che premia la maturità del gruppo di Alvini, capace di imporre da subito ritmo, idee e qualità, riducendo al minimo i rischi e trovando soluzioni efficaci in ogni fase della partita. Con questo successo i giallazzurri raggiungono il Monza in testa alla classifica a quota 31 punti, approfittando del pari dei brianzoli contro il Sudtirol.
È stata una serata tranquilla per Palmisani, quasi mai chiamato a interventi complessi: l’ordine della linea difensiva ha permesso al portiere di vivere una partita gestibile. Merito anche di un reparto arretrato solido e ben organizzato. Oyono ha neutralizzato gli esterni avversari con una sicurezza impressionante, accompagnando spesso l’azione e dimostrando totale padronanza dei duelli. Accanto a lui, Calvani ha offerto una prova da leader: impeccabile dietro e decisivo davanti, firmando con un colpo di testa il gol che ha messo in discesa la gara. Cittadini, pur concedendosi qualche rischio di troppo in uscita, ha mantenuto un livello costante, mentre Bracaglia ha sfruttato il baricentro basso della Juve Stabia per spingere con continuità e precisione.
Il centrocampo giallazzurro è stato il cuore pulsante della superiorità frusinate. Koutsoupias continua a crescere sotto la guida di Alvini: recuperi, ripartenze e inserimenti, con l’azione del vantaggio che nasce proprio da un suo strappo. Caló ha gestito la manovra con ordine e intelligenza, limitando il principale rifinitore avversario e risultando determinante sui calci piazzati, da cui nasce il gol di Calvani. Cichella ha interpretato il ruolo con enorme generosità: movimenti senza palla, corsa, contrasti e la giocata chiave che porta alla rete di Kvernadze.
Davanti, il reparto offensivo si è mosso con dinamismo costante. Ghedjemis ha alternato accelerazioni devastanti a momenti più discreti, ma le sue fiammate nel finale del primo tempo hanno spaccato la partita. Meno brillante Raimondo, che ha fallito una buona occasione in avvio e ha faticato a trovare spazi reali contro Giorgini, pur restando sempre dentro al gioco. La copertina è però di Kvernadze: la sua energia, la capacità di puntare gli avversari e il gol che ha chiuso i conti lo rendono di fatto il più incisivo dell’intero pomeriggio.
Alvini, ancora una volta, ha dato una lezione di organizzazione e identità. Con una rosa non così diversa da quella che pochi mesi fa ha lottato per salvarsi, il tecnico sta compiendo un percorso straordinario: squadra corta, idee chiare, intensità continua e personalità da grande gruppo. Contro una Juve Stabia teoricamente insidiosa, il Frosinone ha comandato dal primo all’ultimo minuto, mostrando superiorità tecnica, fisica e mentale.
La classifica ora sorride: il sorpasso non è ancora arrivato, ma il primo posto sì. E, soprattutto, la sensazione è che questo Frosinone abbia trovato una consapevolezza nuova, difficile da scalfire.